La sua personalissima interpretazione di Joker gli è valsa un Golden globe. Durante il suo discorso di ringraziamento, però, l’attore statunitense Joaquin Phoenix ha parlato poco di cinema, lanciando invece un appello in difesa del Pianeta.
Alla Mostra del Cinema di Venezia un premio dedicato alle pellicole più green
Il Green Drop Award premierà il film che più si sarà distinto per tematiche ambientali. Una miniguida svela come riconoscere quanto “eco” è una pellicola.
Sarà scelto tra quelli in concorso alla 71ma Mostra del Cinema di Venezia, il film vincitore del Green Drop Award, premio giunto quest’anno alla sua terza edizione e assegnato da Green Cross Italia e Città di Venezia alla pellicola che meglio interpreta i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.
Un vero e proprio “green carpet”, come lo definiscono gli stessi organizzatori, che ha visto e vedrà sfilare nomi illustri del mondo dello spettacolo, della cultura e della scienza. Molti i volti noti delle scorse edizioni, da Claudia Cardinale, a Ugo Gregoretti, da Claudia Gerini, a Ottavia Piccolo, a Franco Iseppi e Anita Kravos.
“Il cinema è un veicolo eccezionale di stili di vita e di sensibilità e da diversi anni ormai le tematiche ambientali sono entrate a farne parte”, spiega Marco Gisotti direttore del Green Drop Award. “Il nostro scopo è valorizzare quelle opere e quegli artisti che lo hanno fatto in maniera più evidente ed efficace”.
A capitanare la giuria ci sarà Silvia Scola, sceneggiatrice, vice presidente dell’Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), e con lei Blasco Giurato, direttore della fotografia che ha nel proprio curriculum il film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso, e Chiara Tonelli, architetto leader del team che si è recentemente aggiudicato la medaglia d’oro al Solar Decathlon 2014, le olimpiadi della bioarchitettura.
Come scoprire se un film è “verde” in 5 mosse.
La prima regola è che, per giudicare una pellicola con un’ottica verde, è indispensabile scoprire se e quanto mette in evidenza una problematica ecologica, sia attraverso una crisi che con le sue soluzioni.
Regola numero due: accertarsi che il tema sia trattato con correttezza scientifica e onestà intellettuale, nei limiti di quella che gli esperti chiamano “sospensione dell’incredulità”. Anche un film di fantascienza, per esempio, può essere ecologico, purché il problema affrontato sia reale o la metafora di uno reale.
Terzo: non c’è limite ai temi che possono essere trattati: cambiamenti climatici, estinzione delle specie, maltrattamento degli animali, scarsità delle risorse alimentari, idriche o energetiche, disastri ambientali, inquinamento.
Quarto: anche i temi della pace, della solidarietà e della cooperazione rientrano fra quelli ‘green’, perché non può esserci rispetto per l’ambiente se non c’è rispetto per il prossimo.
Marco Gisotti aggiunge poi “una quinta regola che ci auguriamo possa essere applicata con sempre maggiore facilità, nel prossimo futuro: quella della produzione. Sono pochissimi i film che oggi possono sfoggiare certificazioni di produzione ‘green’, ma l’attenzione verso stili di vita più sostenibili è sempre più importante. In futuro un film che voglia raccontare una storia a sfondo ecologico dovrà essere coerente fino in fondo e dimostrare, attraverso adeguate certificazioni, non solo di non aver inquinato, consumato energia, sprecato cibo, ecc., ma anche di aver fatto qualcosa per migliorare l’ambiente”.
Le due precedenti edizioni hanno visto la vittoria di Peter Brosens e Jessica Woodworth nel 2012 con “La quinta stagione” e Amos Gitai lo scorso anno con “Ana Arabia”, ritenuti dalla giuria di qualità veicolo di promozione delle buone pratiche di sostenibilità.
La goccia di vetro di quest’anno soffiata dal maestro vetraio Simone Cenedese di Murano, rappresenta una goccia d’acqua al cui interno trova posto un campione di terra che quest’anno proviene dall’Antartide.
“Quest’anno” ha spiegato Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia “abbiamo voluto riempire il Green Drop Award con la terra dell’Antartide, un continente di pace e ricerca, dove centinaia di scienziati sono impegnati a studiare i danni dei cambiamenti climatici. Nel mondo molta parte della comunità del Cinema è sensibile a questi temi. Era naturale portarli anche in Italia e a Venezia 71”.
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