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L’allevamento di polpi sta diventando realtà in Spagna ma desta molti dubbi tra chi si occupa di benessere animale e di produzione.
In tutto il mondo si pescano circa 350mila tonnellate di polpi l’anno, in quanto la carne di questi animali è ampiamente consumata e proprio per questo motivo – esattamente come accade a tante altre specie marine – la sua popolazione è minacciata dalla pesca intensiva. Da decenni sono in corso studi per ovviare a questo problema e capire se i polpi possono essere allevati, e alcuni giorni fa un’azienda spagnola – la Nueva Pescanova – ha dichiarato di essere riuscita a portare a termine il ciclo di allevamento di polpi in cattività. Con 50 milioni di euro di investimento, l’azienda mira a immettere sul mercato circa il 10 per cento dei polpi pescati ogni anno in Spagna, ovvero circa tremila tonnellate all’anno. A partire dalla prossima estate, quindi, alle Canarie l’allevamento di polpi diventerà realtà, ma questa è una notizia terribile per i polpi e per la sostenibilità.
Gli esperimenti per capire se è possibile allevare polpi in cattività sono cominciati già dagli anni Sessanta, ma finora si erano conclusi con un nulla di fatto. I polpi, infatti, sono animali molto intelligenti e molto complessi, basti pensare che fino ad alcuni anni fa non si sapeva nemmeno come nascessero e come crescessero.
I polpi hanno sempre vissuto liberi e quindi non si conoscono gli effetti della cattività; ad esempio, un aspetto particolarmente importante nell’etologia dei polpi è che sono animali solitari, e proprio per questo ci si è sempre chiesti come fosse possibile allevarne più esemplari insieme. I polpi non potrebbero vedere garantito il loro benessere in condizioni di sovraffollamento (tipiche di tutte le strutture intensive) e la costrizione alla convivenza di più esemplari potrebbe addirittura portare questi animali ad avere comportamenti aggressivi e di cannibalismo.
Altro grande punto di domanda è quale sarà il metodo di stordimento utilizzato per i polpi: al momento nessuno dei metodi di macellazione previsti dalla legge sembra essere efficace per questi animali. Attualmente i polpi vengono uccisi con metodi estremamente crudeli, sbattuti contro rocce o muri, lasciati a morire per asfissia nelle reti o in cassette piene di ghiaccio. Ad oggi non sono state ancora sviluppate alternative meno crudeli a questi metodi, che rendano i polpi davvero incoscienti prima di essere soppressi, e non si sa come la società spagnola Nueva Pescanova risolverà e intende risolvere questo problema.
Un’altra problematica legata all’allevamento di polpi è l’alimentazione di questi animali: i polpi sono animali carnivori, pertanto per nutrire le tremila tonnellate all’anno di polpi che questa azienda si propone di mettere in commercio a partire dal 2023 serviranno gigantesche quantità di sardine, aringhe e piccoli crostacei, a loro volta da reperire in mare o in acquacoltura, facendo così crollare qualunque proposito di sostenibilità e salvaguardia.
L’azienda spagnola Nueva Pescanova ha affermato di “credere fermamente” che l’allevamento sia un metodo efficace per ridurre la pressione sulle riserve ittiche dei mari e degli oceani e sostituire almeno in parte la pesca intensiva.
Nel frattempo però il Regno Unito ha annunciato che includerà i polpi (insieme ad aragoste e granchi) nell’elenco degli esseri senzienti da tutelare nel disegno di legge sul benessere animale e gli esperti della London school of economics si sono detti “convinti” che allevare i polpi garantendo loro livelli di benessere elevati sia “impossibile”, suggerendo quindi al governo britannico di vietare le importazioni di polpi da allevamento in futuro.
In conclusione, Nueva Pescanova non ha ancora spiegato in che modo verrà gestita la struttura, in quali condizioni saranno costretti a vivere i polpi allevati né come verranno uccisi. È chiaro quindi che a rimetterci saranno ancora una volta gli animali. Animal Equality si batte da anni per fermare la sofferenza degli animali allevati a scopo alimentare e considera questa l’ennesima tortura inutile motivata da scopi esclusivamente economici.
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