
Da secoli, il frutto dell’ume viene coltivato a Minabe e Tanabe in armonia con i boschi cedui e gli insetti impollinatori: un metodo riconosciuto dalla Fao.
Dissetante e depurativa, tra i frutti della bella stagione
L’anguria è un frutto antico di cui esistono diverse varietà. Ad esempio ci sono la Sugar Baby e la Madera, rotonde, con polpa rosso viva la prima e rosso-arancio la seconda. La Jubilee e la Galery, dalla forma ovale e la polpa rosso brillante. Tutte si caratterizzano per il sapore dolce ma non stucchevole, delicato e sempre inconfondibile.
L’anguria detiene due primati: è il frutto più ricco di acqua (93,5 per cento) ed è del tutto privo di grassi. Contiene pochissimo zucchero: il suo gusto dolce si deve alla naturale presenza di sostanze aromatiche. Il valore nutrizionale dell’anguria è modesto, ma ampiamente compensato dal vantaggio di poterne consumare grandi quantità senza incorrere in problemi di peso o sovralimentazione. La sua popolarità è quindi più che meritata: rinfresca, disseta, idrata e depura l’organismo senza farci introdurre troppe calorie. Va segnalata la presenza di vitamina A (37 mcg) e vitamina C (8mg).
Come si sceglie una buona anguria? Le striature della buccia devono essere allargate. La buccia deve quindi essere ben tesa e, battendo il frutto con le nocche, si deve sentire un suono nitido, non sordo.
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