Il 30 settembre, la Ratcliffe-on-Soar, la 18esima centrale più inquinante d’Europa, ha smesso di bruciare carbone. D’ora in poi produrrà idrogeno verde.
Arriva il fotovoltaico bifacciale
Si chiama BISoN e si tratta di una nuovissima cella fotovoltaica bifacciale in silicio monocritstallino N-type ad alta efficienza e a basso costo di produzione. Sviluppata da Franco Traverso, considerato uno dei pionieri del fotovoltaico in Italia, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca tedesco ISC Konstanz, la nuova cella registra un’efficienza superiore al 20 per
Si chiama BISoN e si tratta di una nuovissima cella fotovoltaica bifacciale in silicio monocritstallino N-type ad alta efficienza e a basso costo di produzione. Sviluppata da Franco Traverso, considerato uno dei pionieri del fotovoltaico in Italia, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca tedesco ISC Konstanz, la nuova cella registra un’efficienza superiore al 20 per cento sulla parte frontale e superiore al 17 per cento nel retro. I costi di produzione sono ottimizzati e mantenuti bassi grazie all’utilizzo delle normali linee di produzione già attive nell’impianto di produzione di Carmignano di Brenta, in provincia di Padova.
“Oltre ad un’azienda di produzione”, dichiara Traverso, “Megacell vuole essere anche un centro di eccellenza innovativa capace di mettere in campo le migliori competenze e il know-how più specialistico. Il mio pallino è quello di dare alla grid parity nuove opportunità sempre più competitive”.
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I numeri. Un installazione con 60 celle sarà in grado, secondo l’azienda, di sviluppare una potenza di 350 Watt equivalenti. Ovvero una produzione energetica superiore del 30% con impianto fisso e del 50% con inseguitore, rispetto ad un tradizionale modulo 60 celle da 250-265 Watt.
Come riporta la stessa azienda: “Se consideriamo il raffronto tra un impianto monofacciale tradizionale ed un impianto bifacciale, in una situazione che consideri prudenzialmente un solo 20% di luce riflessa, per sviluppare 1,44 MWh/anno sono sufficienti 2857 moduli contro i 4000 di un impianto tradizionale”.
Un impianto di questo genere conviene in alcune installazioni, in particolare per impianti a terra e coperture con un inclinazione a 60° anziché i tradizionali 25-30°. Per installazioni verticali orientate ad est/ovest. Per facciate di edifici e in tutte le situazioni ove la faccia posteriore possa assorbire luminosità o dove possa essere utile anche l’effetto di semitrasparenza. Nei paesi tropicali dove il posizionamento verticale del modulo consente di evitare l’enorme problema del deposito di sabbia che riduce del 40% la resa produttiva dei tradizionali moduli.
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