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Presentato dalle Ferrovie dello Stato l’Atlante di viaggio lungo le ferrovie dismesse: un progetto che vuole favorire progetti di rigenerazione turistica nonché l’attività delle associazioni impegnate nel settore della mobilità dolce.
Trasformare le ferrovie dismesse in percorsi dedicati all’ecoturismo e alla mobilità sostenibile. Un progetto che sta abbracciando anche l’Italia, grazie al supporto del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, dopo che altri Paesi europei hanno deciso di investire nel recupero delle ex ferrovie.
Con l’obiettivo di essere da supporto la Rete Ferroviaria Italiana ha realizzato l’Atlante di viaggio lungo le ferrovie dismesse, presentato il dieci novembre a Rimini in occasione di Ecomondo.
L’Atlante, giunto alla sua seconda edizione, è una raccolta delle linee ferroviarie dismesse dalle Ferrovie dello Stato da riconvertire in percorsi ciclopedonali a beneficio della mobilità sostenibile e della valorizzazione del patrimonio naturale, storico e culturale del Paese.
L’obiettivo della pubblicazione dell’Atlante è quello di favorire la sinergia tra i progetti di riuso dei binari non più in esercizio a favore di una trasformazione eco-turistica grazie a cammini e piste ciclabili.
Al suo interno ci sono mappe illustrate, fotografie e altre informazioni interessanti che riguardano i tracciati delle vecchie ferrovie.
“Il riuso delle linee ferroviarie dismesse – ha evidenziato Claudia Cattani, Presidente di Rete ferroviaria italiana – si colloca nel più ampio orizzonte di progetti finalizzati alla creazione di una rete di mobilità dolce, in un’ottica di sviluppo del turismo, attraverso la valorizzazione delle tratte ferroviarie di particolare pregio culturale e paesaggistico”.
Nell’Atlante sono presenti contributi di cui alcuni con dati e numeri che aiutano a capire il potenziale delle ferrovie abbandonate. Come scrive il presidente di European greenways association Giulio Senes in Italia i percorsi su ex ferrovia rigenerati arrivano a ottocento chilometri su un totale di settemila chilometri tra linee dismesse o inutilizzate, di cui almeno la metà recuperabile.
Al momento l’Italia può comunque vantare sessanta interventi di riutilizzo di ferrovie dismesse per la mobilità dolce, in gran parte concentrata al nord Italia con oltre cinquecento chilometri dei tracciati riutilizzati; al Sud la regione più attiva è la Sicilia, dove un decimo degli oltre mille chilometri di ferrovie dismesse dell’isola sono stati convertiti in mobilità dolce.
Tra le vie verdi più significative realizzate lungo linee ex-FS rientrano quella della ex-ferrovia Spoleto-Norcia e del Parco costiero del Ponente ligure, che consente di ripercorrerne a piedi e in bicicletta l’ardito tracciato, lungo cui si incontrano notevoli opere inge-
gneristiche (tra cui alcune gallerie elicoidali).
Due percorsi dove è possibile raggiungere rispettivamente la vecchia stazione di Spoleto Città, punto di partenza della via verde dell’ex-ferrovia Spoleto-Norcia (dove è stato allestito un piccolo museo dedicato alla linea scomparsa) e l’ex-magazzino merci della stazione di S. Stefano-Riva Ligure, sulla greenway del Parco costiero del Ponente ligure, ospita un bar con servizio di noleggio biciclette.
“Un anno fa pubblicavamo il primo ‘Atlante delle linee ferroviarie dismesse’, un volume che aveva lo scopo di censire e raccontare la storia dei tanti tracciati che per decenni sono stati percorsi dai treni e poi, per motivi di insufficiente domanda di trasporto, sono stati chiusi all’esercizio ferroviario” dichiara Ilaria Maggiorotti della direzione produzione di Rete ferroviaria italiana. “In quel volume abbiamo descritto come si snodano le linee dismesse, quanto sono lunghe, dove sono collocate le stazioni, in che regioni si trovano e quali comuni attraversano. Abbiamo tracciato sommariamente la loro storia, descrivendo per quanti anni hanno servito il Paese e per quale motivo si sia deciso di cessare l’attivitá del trasporto ferroviario, sia al servizio dei viaggiatori che delle merci. L’Atlante ha suscitato interessi ed emozioni oltre ogni nostra aspettativa e ciò ci ha spinti a non fermarci con quel censimento, ma ad illustrare queste affascinanti linee da altri e più vari punti di vista”.
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