Cosa sappiamo dell’attentato a Mosca che ha causato 139 morti

L’Isis-K, branca afghana dello Stato Islamico, ha rivendicato l’attentato al Crocus City Hall di Mosca. Ci sono decine di morti e feriti.

Ultimo aggiornamento del 26 marzo, ore 10.30

  • Il 22 marzo sera un commando di uomini ha fatto irruzione in una sala concerti di Mosca e ha aperto il fuoco.
  • Il bilancio provvisorio diffuso dalle autorità russe è di almeno 139 morti, tra cui bambini.
  • A rivendicare l’attacco è stata la branca afgana dello Stato Islamico, l’Isis-K.

Nella serata di venerdì 22 marzo la Russia è stata sconvolta da un gravissimo attentato. Diversi uomini armati hanno fatto irruzione in una sala concerti di Mosca mentre erano presenti circa seimila spettatori e, dopo aver ucciso gli addetti alla sicurezza, hanno iniziato a sparare all’impazzata. Il bilancio provvisorio fornito dalle autorità russe è di almeno 139 morti. A rivendicare l’attacco è stato l’Isis-K, la branca afgana dello Stato Islamico.

L’attentato a Mosca

Il 22 marzo sera al Crocus City Hall di Mosca doveva tenersi un concerto della band rock Circus. Erano stati staccati circa seimila biglietti, ma la performance non è mai cominciata. Cinque uomini, secondo alcune fonti anche di più, hanno fatto irruzione nel palazzo e dopo aver ucciso gli addetti alla sicurezza hanno iniziato a sparare all’impazzata, sia all’interno del teatro che nei corridoi, colpendo le persone in fuga. Le immagini dell’attacco che circolano sui social sono terribili, con persone uccise a sangue freddo e decine di corpi riversi per terra o sui sedili del teatro. Durante l’attentato sarebbero state anche lanciate granate e in effetti il Crocus City Hall ha preso fuoco e ci è voluta tutta la notte per domare le fiamme.

Il bilancio dell’attentato è di 139 morti e decine di feriti, ma è probabile che i numeri siano destinati a salire. Come ha fatto sapere il ministero della Salute della Russia, tra le vittime ci sono anche tre bambini.

Chi è l’Isis-K

L’8 marzo l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca aveva lanciato l’allarme sul rischio di attentati da parte di soggetti estremisti. Le autorità russe non avevano preso sul serio queste informazioni di intelligence, pur procedendo nei giorni successivi all’arresto di alcuni persone considerate vicine allo Stato Islamico. E il 22 marzo sera l’attentato previsto è arrivato.

Inizialmente le autorità russe hanno lasciato aperto ogni scenario, prospettando anche la possibilità che dietro alla strage ci fosse l’Ucraina, con cui la Russia è in guerra da ormai oltre due anni. “La Russia ucciderà i leader ucraini se sono coinvolti nell’attentato a Mosca”, ha dichiarato l’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. L’Ucraina ha subito fatto sapere di non aver nulla a che fare con l’attacco e a confermarlo, nel giro di poche ore, è arrivata una comunicazione via Telegram delll’Isis-K, la branca afgana dello Stato Islamico, che ha rivendicato la strage.

attentato Mosca
L’attentato dell’Isis-K al Crocus City Hall di Mosca © Elmurod Usubaliev/Anadolu via Getty Images

Secondo le Nazioni Unite, l’Isis-Khorasan conta circa 2.200 miliziani e ha sede in Afghanistan. Si è formato nel 2015 in Afghanistan dalla diserzione di alcuni talebani di origine pakistana e in questi anni ha compiuto attentati da decine di morti nello stesso Afghanistan, sia contro il regime talebano che contro le truppe statunitensi. Sempre l’Isis-K è responsabile dell’attentato di inizio 2024 in Iran durante la processione durante la processione per il generale Qassim Suleimani. Nel mirino dell’Isis-K c’è però anche la Russia, sia per il ruolo di quest’ultima al fianco del regime di Assad e contro lo Stato Islamico in Siria, sia per le sue operazioni contro le organizzazioni islamiche nel Caucaso, in particolare in Cecenia e in Daghestan. L’attentato del 22 marzo a Mosca rientra in una nuova fase del gruppo di guerra al Cremlino.

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