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In Italia, culla della dieta mediterranea, l’utilizzo di prodotti vegetali è sempre stato radicato, il numero di consumatori è comunque in crescita.
La storia del nostro Paese e del nostro popolo sono indissolubilmente legate alla coltivazione e al consumo di alimenti vegetali. I dati ottenuti da alcuni siti preistorici italiani confermano che la coltivazione di cereali è radicata fin dal Neolitico, oltre seimila anni fa. L’Italia è inoltre la patria della dieta mediterranea, considerata una delle migliori forme di alimentazione perché completa e caratterizzata da un elevato consumo di vegetali, acidi grassi insaturi e fibre; sostenibile per il pianeta in virtù del suo minore impatto ambientale.
La dieta mediterranea, riconosciuta come patrimonio immateriale dell’Unesco, ha un impatto positivo sul nostro organismo, diversi studi hanno infatti dimostrato che un’alimentazione ricca di cereali, legumi, ortaggi e frutta previene la comparsa di numerose malattie diffuse nei paesi sviluppati, come il diabete, l’obesità, alcune forme di tumore e le malattie cardiovascolari. Sono rilevanti anche i benefici ambientali: un’alimentazione prevalentemente vegetariana contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti (la cui causa principale sono gli allevamenti intensivi di bestiame) e a contrastare deforestazione e desertificazione.
Nonostante il consumo di alimenti di origine vegetale faccia già parte della nostra “storica” alimentazione, i prodotti a base vegetale stanno vivendo un’ulteriore fase di crescita. Secondo i dati forniti da Nielsen, società che effettua analisi sui consumatori, lo scorso anno il settore costituito da bevande vegetali, alternative vegetali allo yogurt, ai dessert e alla panna da cucina ha registrato un incremento del 10 per cento raggiungendo un valore di 220 milioni di euro.
Un maggior consumo di alimenti a base vegetale avrebbe un impatto positivo sulla salute pubblica e permetterebbe ai governi di ridurre notevolmente le spese legate alla sanità. È quanto emerso da alcune ricerche che sono state presentate al simposio che si è tenuto a Bruxelles per celebrare il ventesimo anniversario di Alpro Foundation, istituto indipendente nato per sostenere la ricerca scientifica sulla nutrizione a base vegetale e promuovere la conoscenza e la consapevolezza di tematiche legate all’alimentazione e alla salute.
In occasione dell’incontro, Lieven Annemans, direttore dell’istituto di ricerca Health Economics and Disease Management, ha presentato i risultati di una sua analisi, basata su uno studio della letteratura scientifica. Lo studio dimostra che un pattern alimentare a base vegetale, come ad esempio la dieta mediterranea, migliora la qualità generale della vita e aumenta la sua durata in buone condizioni di salute. La ricerca, che si è concentrata su Belgio e Gran Bretagna, ha analizzato l’impatto di un’alimentazione di questo tipo sui costi sanitari diretti e sui costi indiretti per la società, rilevando un’importante riduzione delle spese mediche e dei ricoveri in ospedale. “Se il 10 per cento della popolazione belga adulta passasse a una dieta basata maggiormente su prodotti vegetali e riducesse il consumo di carne, ciò consentirebbe al governo di risparmiare circa 1,3 miliardi di euro in venti anni – ha affermato il professor Annemans.
Le attuali linee guida dietetiche raccomandate nel Vecchio continente sono simili e comprendono tutte frutta, verdura, legumi, cereali integrali, noci e semi, accanto al corretto apporto di proteine animali come uova, pesce, poca carne. Esiste tuttavia un forte squilibrio tra le abitudini alimentari degli europei e le linee guida. Le indagini effettuate rivelano infatti che gli alimenti a base vegetale sono in media consumati in proporzioni ben al di sotto delle raccomandazioni. “Dopo 20 anni di ricerca da parte di Alpro Foundation, possiamo mostrare come i pattern di alimentazione a base vegetale abbiano raggiunto risultati eccezionali su tre livelli: salute, sostenibilità ed efficienza di costi – ha spiegato Stephanie De Vriese, esperta di nutrizione di Alpro Foundation. – Più che mai le ricerche scientifiche confermano che è arrivato il momento di passare a una dieta più vegetale”.
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