
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Esistono sostanze chiamate inquinanti organici persistenti, prodotte industrialmente in tutto il mondo, che danneggiano la salute dell’uomo e l’ambiente. La convenzione di Stoccolma del 2001 si basa sul principio di precauzione e mira a garantire l’eliminazione sicura di tali sostanze, nonché riduzioni nella relativa produzione e uso. Si chiamano Pop – Persistent Organic Pollutants gli inquinanti più diffusi nell’ecosfera.
Esistono sostanze chiamate inquinanti organici persistenti, prodotte industrialmente in tutto il mondo, che danneggiano la salute dell’uomo e l’ambiente. La convenzione di Stoccolma del 2001 si basa sul principio di precauzione e mira a garantire l’eliminazione sicura di tali sostanze, nonché riduzioni nella relativa produzione e uso.
>Ognuno di essi persiste, permane e circola nell’ambiente ove è diffuso, nelle pozze d’acqua, nel terreno, nelle falde, nell’aria, per anni, per decenni.
I Pop sono poi assorbiti e s’accumulano nei tessuti grassi degli organismi biologici, animali (umani compresi, è ovvio) dove le concentrazioni possono ammontare fino a 70mila volte i livelli ambientali di background. Perciò si chiamano anche BCC (Bioaccumulative Chemicals of Concern).
Il primo serio passo per metterli al bando è stato compiuto a Johannesburg nel dicembre del 2000. Nel 2001 è stata adottata una convenzione mondiale entrata in vigore nel 2004. I firmatari sono 179, fra cui l’Unione europea.
Gli inquinanti organici persistenti danneggiano la salute dell’uomo e l’ambiente. La convenzione di Stoccolma si basa sul principio di precauzione e mira a garantire l’eliminazione sicura di tali sostanze, nonché riduzioni nella relativa produzione e uso.
Gli inquinanti organici persistenti (Pop, Persistent Organic Pollutants) sono le sostanze inquinanti della peggior specie: non si biodegradano, si accumulano nei tessuti viventi, avvelenano tutto. Sono sostanze chimiche con determinate proprietà tossiche che resistono alla degradazione. Si accumulano negli organismi viventi, vengono trasportati dall’aria, dall’acqua e dalle specie migratorie e accumulate negli ecosistemi terrestri e acquatici. L’inquinamento provocato dagli inquinanti organici persistenti è un problema internazionale, transfrontaliero, che ha richiesto un’azione internazionale.
La lista dei Pop banditi in seguito alla Convenzione di Stoccolma contiene 12 di questi tremendi inquinanti, la cosiddetta ‘sporca dozzina’, tra cui PCB, i furani, le diossine e il DDT. Una lista che segna solo l’inizio e dovrebbe allungarsi progressivamente sempre di più.
La convenzione stabilisce la cessazione della produzione, dell’uso, dell’importazione e dell’esportazione dei Pop, gli inquinanti organici persistenti.
L’obiettivo è ridurre al minimo e, laddove possibile, eliminare la produzione non intenzionale e il rilascio di inquinanti organici persistenti. A tale scopo i Paesi firmatari devono sviluppare piani d’azione e puntare all’uso di materiali, prodotti e processi sostitutivi.
Già così si tratta di una grande conquista perché i Paesi firmatari non potranno più produrre, utilizzare e rilasciare nell’ambiente queste sostanze. Sostanze che possono avere un impatto devastante sulla salute e sull’ambiente e causare proprio quei malesseri sociali sempre più diffusi, problemi al sistema riproduttivo e immunitario, squilibri nel sistema nervoso e ormonale, irregolarità di sviluppo o malattie ancora letali come i tumori.
Con il triste fioccare di ricerche scientifiche secondo cui queste sostanze vengono trasportate anche in posti isolati come l’Antartide, la comunità internazionale si è svegliata cercando di far aderire più nazioni possibile a un trattato che le mette al bando e che obbliga le aziende a segnalare la presenza di sostanze chimiche nocive nei prodotti.
Il principio di precauzione è un approccio alla gestione del rischio in base al quale, qualora vi sia la possibilità che una determinata politica o azione possa causare danno ai cittadini o all’ambiente e qualora non vi sia ancora consenso scientifico sulla questione, la politica o l’azione in questione non dovrebbe essere perseguita.
Anche se molte sostanze sono state vietate dalla Convenzione di Stoccolma, altre, invece, non sono ancora vietate eppure diffusissime nella quotidianità.
Sostanze tossiche non ancora messe al bando
Che effetto hanno questi POP sull’ambiente, e su di noi? Alcune risposte ce le suggerisce l’epidemiologia. Improvviso incremento nell’incidenza di tumori infantili negli ultimi 20 anni rispetto all’incidenza negli adulti. Il 40% degli americani di oggi svilupperà, nei prossimi anni, un tumore. Tessuti maggiormente coinvolti, seno, testicoli, prostata. Tumori e modificazioni cellulari precancerose in pesci in fiumi e baie ad alto inquinamento. Tasso pressoché raddoppiato di difetti genitali di nascita nei ragazzi Ð ipospadia Ð dal 1970 al 1993. Difetti genitali alla nascita e problemi di riproduzione correlati in specie selvatiche, problemi simili in aree anche molto distanti tra loro (se ne registrano tra gli alligatori e tra gli orsi polari). Problemi afferenti sviluppo e maturazione sessuale. Diversi studi epidemiologici hanno riscontrato forti correlazioni tra l’esposizione prenatale ai BCC (i POP) e un basso IQ, difficoltà di apprendimento, problemi comportamentali. Livelli epidemici di endometriosi, disturbo per cui i tessuti uterini migrano in altre locazioni nell’addome spesso causanti infertilità e dolori.
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