Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Benvenuti nell’era dei commons collaborativi
Nel prossimo futuro saremo in grado di produrre l’energia che ci serve, molti dei beni di cui abbiamo bisogno e di muoverci senza dover possedere un mezzo.
La lectio magistralis di Jeremy Rifkin durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2013 del Gruppo Unipol è motivo di riflessione. L’economista ipotizza la nascita di una nuova società, più democratica e di una nuova economia, sostenibile e lontana dal capitalismo. La terza rivoluzione industriale, che aiuterà l’uomo a combattere il cambiamento climatico.
Si tratta di una cambiamento che sta già avvenendo, in questo momento, grazie alle nuove tecnologie e a quelle che Rifkin definisce l’internet delle comunicazioni, l’internet dell’energia e l’internet dei trasporti.
Una gigantesca rete globale che farà scorrere miliardi di dati in ogni momento e a disposizione di tutta l’umanità. Ognuno di noi potrà così produrre ciò di cui ha bisogno al minor costo possibile e con il minor impiego di energia e materiali. Ci verranno in aiuto tecnologie che già esistono, come la stampa in 3D, alimentate con energia rinnovabile prodotta da migliaia di piccoli impianti solari ed eolici residenziali e trasportate con mezzi in condivisione su reti gestite in maniera intelligente.
Ho parlato con il vostro Presidente del Consiglio che ha spiegato di voler puntare sulla digitalizzazione del Paese”, racconta l’economista. “Questa è un’ottima cosa, solo però se slegata dai combustibili fossili e dalla tecnologia del secolo scorso”. Se l’Italia non cambia oggi il modo di produrre energia e punta sull’innovazione “si perderanno intere generazioni di giovani.
Un nuovo sistema economico quindi, già in fase embrionale, che si svilupperà parallelamente al capitalismo. Rifkin li definisce i Commons Collaborativi, ovvero un sistema economico legato all’accesso dei servizi, realizzati e prodotti dai prosumers, ovvero produttori e consumatori allo stesso tempo.
Di esempi ce ne sono a migliaia. Si parte dalla rivoluzione nel mondo dell’informazione e della comunicazione, dove oggi milioni di persone sono in grado di realizzare musica, video, notizie, a costi marginali vicini allo zero e di renderli disponibili gratuitamente in tutto il globo.
Così sta succedendo all’energia. Milgliaia di abitazioni in Germania e Danimarca producono esclusivamente l’energia elettrica necessaria grazie alle rinnovabili, immettendola in rete, così da essere disponibile per l’intero sistema e dove ce n’è più bisogno. Questo ha ridotto la dipendenza dai combustibili fossili e aperto una nuova era, ovvero quella dell’internet dell’energia.
E così succederà ai trasporti. Già oggi grazie ai sistemi di condivisione dell’auto, si possono eliminare 15 auto ogni auto condivisa. Secondo Larry Burns, ex vicepresidente di General Motors, siamo già in grado di eliminare l’80 per cento delle auto in circolazione. “Pensate cosa significa eliminare dalla circolazione più della metà della auto”, sottolinea Rifkin. In una società così delineata si risparmieranno risorse, energia e materie prime, con un fortissimo impulso alla riduzione delle emissioni e della nostra impronta ecologica, senza rinunciare a benessere e consumi.
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