Centinaia di migliaia di argentini sono scesi in piazza contro i tagli all’università voluti da Milei, che in campagna elettorale ha promesso di tagliare i bilanci con la motosega.
Bolivia, Jeanine Añez si proclama presidente. Evo Morales fugge in Messico
La senatrice conservatrice Jeanine Añez si è proclamata presidente della Bolivia. L’ex capo di stato Evo Morales: “È un golpe”.
L’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, è arrivato in Messico nella giornata di martedì 12 novembre, nazione che gli ha concesso asilo politico. Nel frattempo, la senatrice Jeanine Añez – appartenente al Movimento socialdemocratico, formazione di centro-destra) si è proclamata, in serata, presidente ad interim.
Evo Morales: “Tornerò presto in Bolivia”
Vestito in abiti sportivi, colui che per tredici anni ha guidato la Bolivia è arrivato a Città del Messico accompagnato dall’ex vice-presidente Alvaro Garcia Linera e dall’ex ministro della Salute Gabriela Montaño. Promettendo che “la lotta continua”, che non smetterà di fare politica”. E ringraziando la nazione che ha accettato di ospitarlo per avergli “salvato la vita”. “Abbandonare il proprio paese per ragioni politiche – ha aggiunto – fa male. Ma tornerò presto con più energia”.
A prendere le redini della nazione sudamericana è stata Añez nonostante fosse soltanto la seconda vice-presidente del Senato. La Costituzione prevede infatti, in caso di dimissioni del capo di stato, il passaggio dei poteri al presidente del Senato, quindi al primo vice-presidente. Entrambi, però, hanno rassegnato a loro volta le dimissioni.
En este momento para #CNNEspanol , con #Fdelrincon pic.twitter.com/xtBoaEXxWY
— Jeanine Añez Chavez (@JeanineAnez) 13 novembre 2019
La senatrice ha spiegato di aver accettato l’incarico (benché priva di sostegno parlamentare) per via della “necessità di creare un clima di pace sociale”. Ha in ogni caso 90 giorni di tempo per convocare nuove elezioni presidenziali. Che si terranno dunque con ogni probabilità nei primi mesi del 2020.
Manifestazioni a La Paz di oppositori e sostenitori dell’ex presidente
Morales ha commentato il rovesciamento del potere in Bolivia con parole particolarmente dure: “Si è trattato del colpo di stato più astuto e più odioso della storia. Che ha portato una senatrice a proclamarsi presidente del Senato, quindi capo di stato ad interim senza sostegno legislativo. Attorniata da un gruppo di complici, diretta dall’esercito e dalla polizia che reprimono le proteste popolari”.
Se ha consumado el golpe más artero y nefasto de la historia. Una senadora de derecha golpista se autoproclama presidenta del senado y luego presidenta interina de Bolivia sin quórum legislativo, rodeada de un grupo de cómplices y apañada por FFAA y Policía que reprimen al pueblo
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) 12 novembre 2019
Il riferimento è alla reazione delle forze dell’ordine alle manifestazioni di numerosi sostenitori di Morales, che sono scesi in piazza nella capitala La Paz. Ma va detto che domenica sera erano stati gli oppositori dell’ex presidente a sfilare, celebrandone le dimissioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dopo le accuse di molestie da parte delle sue calciatrici e le minacce ricevute, si è dimesso l’allenatore del Santos Femminile Kleiton Lima
La legge sugli agenti stranieri, usata in Russia per reprimere il dissenso, è stata approvata in prima lettura. Migliaia di persone hanno manifestato davanti al parlamento di Tbilisi: temono che la normativa comprometta i colloqui di adesione all’Unione europea.
Diverse fosse comuni sono state rinvenute nei pressi degli ospedali al Nasser e al Shifa, a Gaza. L’Onu chiede un’indagine indipendente.
Ci sono state alcune esplosioni in Iran. Fonti israeliane e iraniane parlano di attacco israeliano, ma mancano informazioni ufficiali.
In Sudan c’è la più grave crisi umanitaria al mondo, nonostante la poca attenzione della comunità internazionale sul conflitto iniziato un anno fa.
Dopo tre anni di carcerazione, Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido che sta colpendo il Myanmar.
A distanza di vent’anni, inizia la causa civile contro la società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib.
Il 19 aprile iniziano le elezioni in India. Dureranno 44 giorni e chiameranno al voto quasi un miliardo di persone.