Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Il buco nell’ozono
Un particolare schermo protettivo ci protegge dalle radiazioni. Danneggiarlo va a scapito dell’ambiente e della nostra salute.
L’ozono è un gas formato da tre molecole di ossigeno (O3)
anziché da due molecole (O2) come il normale ossigeno che
respiriamo.
Normalmente nell’atmosfera l’ozono è presente in piccole
quantità concentrate in una fascia compresa fra i 10 e i 60
km di quota (ozonosfera) e in prossimità del suolo.
La funzione dello strato di ozono è quella di formare uno
scudo protettivo nei confronti dei raggi ultravioletti.
La formazione dell’ozono alle basse quote è dovuta
prevalentemente a due ragioni:
- Le scariche elettriche (fulmini);
- Le reazioni con gli ossidi di azoto provenienti dagli scarichi
degli autoveicoli e dalle centrali termoelettriche.
Nell’ozonosfera la formazione dell’ozono avviene con le seguenti
modalità:
l’ossigeno (O2) viene scisso dai raggi ultravioletti e le due
molecole di ossigeno sono libere di combinarsi con altro ossigeno
per formare una molecola di ozono (O+O+O = O3), a sua volta questa
viene investita dagli ultravioletti e si scinde in una molecola di
ossigeno e in una molecola libera (O2+O) che rientrando in circolo
perpetuano il procedimento all’infinito assorbendo però i
raggi ultravioletti. La fascia dove maggiormente avvengono queste
reazioni si trova a circa 25Km di quota, nella stratosfera.
Quando l’ozono viene a mancare o a ridursi, permette alla
radiazione ultravioletta di raggiungere direttamente la superficie
terrestre provocando danni sia alla flora (inibendo la fotosintesi
clorofilliana) sia alla fauna e ovviamente agli uomini (cancro alla
pelle, lesioni agli occhi, indebolimento del sistema immunitario,
ecc.).
La spiegazione è piuttosto semplice: i raggi ultravioletti
risultano dannosi per gli esseri viventi perché avendo una
bassa lunghezza d’onda hanno un’elevata energia di radiazione.
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