La capitale dell’Arabia Saudita, Riad, ospita la sedicesima Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla desertificazione, la Cop16.
Il buco nell’ozono
Un particolare schermo protettivo ci protegge dalle radiazioni. Danneggiarlo va a scapito dell’ambiente e della nostra salute.
L’ozono è un gas formato da tre molecole di ossigeno (O3)
anziché da due molecole (O2) come il normale ossigeno che
respiriamo.
Normalmente nell’atmosfera l’ozono è presente in piccole
quantità concentrate in una fascia compresa fra i 10 e i 60
km di quota (ozonosfera) e in prossimità del suolo.
La funzione dello strato di ozono è quella di formare uno
scudo protettivo nei confronti dei raggi ultravioletti.
La formazione dell’ozono alle basse quote è dovuta
prevalentemente a due ragioni:
- Le scariche elettriche (fulmini);
- Le reazioni con gli ossidi di azoto provenienti dagli scarichi
degli autoveicoli e dalle centrali termoelettriche.
Nell’ozonosfera la formazione dell’ozono avviene con le seguenti
modalità:
l’ossigeno (O2) viene scisso dai raggi ultravioletti e le due
molecole di ossigeno sono libere di combinarsi con altro ossigeno
per formare una molecola di ozono (O+O+O = O3), a sua volta questa
viene investita dagli ultravioletti e si scinde in una molecola di
ossigeno e in una molecola libera (O2+O) che rientrando in circolo
perpetuano il procedimento all’infinito assorbendo però i
raggi ultravioletti. La fascia dove maggiormente avvengono queste
reazioni si trova a circa 25Km di quota, nella stratosfera.
Quando l’ozono viene a mancare o a ridursi, permette alla
radiazione ultravioletta di raggiungere direttamente la superficie
terrestre provocando danni sia alla flora (inibendo la fotosintesi
clorofilliana) sia alla fauna e ovviamente agli uomini (cancro alla
pelle, lesioni agli occhi, indebolimento del sistema immunitario,
ecc.).
La spiegazione è piuttosto semplice: i raggi ultravioletti
risultano dannosi per gli esseri viventi perché avendo una
bassa lunghezza d’onda hanno un’elevata energia di radiazione.
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