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80 sindaci in rappresentanza di oltre 600 milioni di abitanti sono a Città del Messico per discutere e migliorare le azioni contro i cambiamenti climatici. È la sesta conferenza di C40.
In questi giorni a Città del Messico è possibile incontrare i sindaci delle città più famose al mondo, delle megalopoli di ogni continente, riuniti per discutere di come affrontare la “minaccia più grave del nostro secolo”: i cambiamenti climatici. La metropoli nonché capitale del Messico, infatti, ospita la sesta conferenza biennale dei sindaci, la prima dopo l’ormai celeberrima Cop 21 che ha dato vita all’Accordo di Parigi, che hanno deciso di combattere – uniti – contro i cambiamenti climatici. Un appuntamento nato grazie al lavoro ormai decennale dell’ong C40 che ha sviluppato un network di 80 tra città e metropoli che condividono problemi e soluzioni contro le minacce più gravi causate dal riscaldamento globale. Dall’innalzamento del livello dei mari alla desertificazione, allo scioglimento dei ghiacci.
La conferenza messicana si tiene dal 30 novembre al 2 dicembre e ospiterà una serie di tavole rotonde e gruppi di lavoro guidati da esperti, tecnici e addetti ai lavori che hanno la possibilità di discutere di possibili soluzioni e identificare ruoli di leadership in questa lunga battaglia contro i cambiamenti climatici. A fare gli onori di casa il sindaco Miguel Ángel Mancera insieme all’attuale presidente di C40 Eduardo Paes, sindaco della città brasiliana di Rio de Janeiro. Prima di lui l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, tra le personalità più famose al mondo nella lotta al riscaldamento globale.
“Il summit dei sindaci di Città del Messico riunisce il più grande gruppo di leader locali che combattono i cambiamenti climatici da quando si è svolta la Cop 21”, ha dichiarato Bloomberg. “Il lavoro delle città che fanno parte di C40 per la riduzione delle emissioni di gas serra e proteggere i cittadini dai rischi deve fungere da esempio per gli altri”.
“Oggi siamo lontanissimi dall’obiettivo di contenimento dell’aumento della temperatura media globale come previsto dall’Accordo di Parigi, ma nonostante questo le città fanno buona parte del lavoro perché godono di una capacità di azione più efficace e rapida”, ha dichiarato Caterina Sarfatti, strategic programme manager di C40, in un’intervista rilasciata a LifeGate. “Tutto questo è dettato anche dalla maggiore esposizione dei sindaci nei confronti della cittadinanza. È a loro che gli abitanti di una città si rivolgono quando si verifica un disastro naturale, come un’alluvione o l’esondazione di un fiume”.
L’Italia è presente con tre città: Milano, Roma e Venezia, tra le città più minacciate al mondo per l’innalzamento del livello dei mari. Le tre italiane fanno compagnia a megalopoli quali l’immensa Lagos, in Nigeria, o all’insediamento urbano più in espansione al mondo: Karachi, in Pakistan, con quasi 21 milioni di abitanti e una crescita decennale superiore all’80 per cento.
Nella serata del primo dicembre verranno anche assegnati i C40 cities awards, i premi per le città che hanno assunto la leadership per le azioni adottate per il clima. “Le città sono fondamentali per raggiungere le ambizioni dell’Accordo di Parigi. Quelle che fanno parte di C40 rappresentano più di 600 milioni di persone e circa il 25 per cento del pil mondiale”, affermano Mancera e Paes in una dichiarazione congiunta. “Il ritmo e la portata delle azioni necessarie deve aumentare in modo esponenziale, soprattutto in settori chiave quali la mitigazione e l’adattamento: architettura, trasporti, energia, consumo di suolo e rifiuti”.
Le eccellenze da imitare esistono già. Rotterdam, Ho Chi Minh, Milano hanno dato vita a una rete di iniziative “smart” in grado di proteggerle dagli eventi meteo estremi oggi e proiettarle nel futuro. L’appuntamento di Città del Messico è l’occasione giusta per condividerle, per metterle a disposizione. Per scambiarsi idee, consigli e tecnologie e trasformare le aree urbane destinate a ospitare la maggior parte della popolazione mondiale del futuro in habitat in grado di reggere la pressione umana senza pesare negativamente sul pianeta.
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