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Uno studio rivela come, a fine secolo, la siccità minaccerà l’agricoltura in pendenza e invoca interventi per proteggere il suo valore storico e culturale.
Le aree agricole in forte pendenza sono più minacciate dai cambiamenti climatici rispetto alla superficie agricola globale. Lo spiega uno studio del Dipartimento di territorio e sistemi agro-forestali dell’università di Padova pubblicato su Nature Food.
Utilizzando dati satellitari e territoriali open-access, analizzati tramite la piattaforma online Google Earth Engine, gli studiosi hanno effettuato una proiezione delle zone climatiche attuali (1980-2016) a fine secolo (2071-2100) secondo lo scenario di concentrazione di gas serra RCP8.5, ovvero senza l’adozione di iniziative a favore della protezione del clima e, pertanto, con crescita delle emissioni ai ritmi attuali.
“In questo lavoro abbiamo prodotto una mappa globale ad alta risoluzione dei paesaggi agricoli collinari e di montagna, analizzando la loro distribuzione nelle zone climatiche attuali (tropicale, arido, temperato, freddo, polare) e nelle proiezioni climatiche future – spiega Paolo Tarolli, tra gli autori dello studio -. La nostra analisi dimostra che le aree agricole in forte pendenza sono significativamente più minacciate dal cambiamento climatico rispetto alla media della superficie agricola globale, in particolare vi sarà un’espansione di zone a clima arido, quindi di condizioni di scarsità idrica”.
In questo scenario, le coltivazioni in pendenza, caratterizzate da un’alta specializzazione nella gestione dell’acqua derivante da antichi saperi tradizionali, saranno quelle che più risentiranno della siccità. Da qui la necessità di intervenire per proteggere l’importanza agronomica, ma anche il valore storico e culturale di queste zone riconosciuto dalla Fao e dall’Unesco. Le aree agricole in pendenza costituiscono il 5,6 per cento dell’aera agricola globale, ma parliamo di territori unici concentrati soprattutto in Messico, Italia, Etiopia e Cina: ne sono un esempio le colline del Prosecco e del Soave in Veneto e le aree terrazzate Honghe Hani nella provincia cinese dello Yunnan dove da 1.300 anni le minoranze Hani producono 48 varietà di riso.
Lo studio si conclude quindi sottolinenando – data l’urgenza di garantire una produzione alimentare sostenibile e per tutti – la necessità che i governi e le istituzioni investano di più nell’identificazione e mitigazione degli effetti del clima in agricoltura con azioni atte a migliorare, specie per i paesaggi agricoli collinari e montani, la resilienza ai cambiamenti climatici previsti nei prossimi decenni.
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