
Una perdita di acque reflue in un impianto francese al confine con il Belgio ha provocato la morte di tonnellate di pesci.
In motore ideato dall’ingegnere bavarese Heinz Schmid sembra avere i requisiti per rivoluzionare i trasporti: costo del propellente bassissimo (0,05 euro al litro) e inquinamento o. Il motivo? funziona ad azoto liquido, ossia ad aria.
L’ingegnere Schmid, sarà oggi, venerdì 20 febbraio, a
Carrara in occasione di Seatec 2004, la seconda edizione della
Rassegna delle tecnologie e della subfornitura per la cantieristica
navale e da diporto in programma dal 19 al 21 febbraio.
Presenterà due prototipi: un motoscafo e un go-kart.
Entrambi montano un motore a nitrogeno a 4 cilindri a stella di 250
cc. Anche se consumano il quadruplo di litri di propellente di un
normale motore a scoppio, da qui la necessità di un grande
serbatoio, Schmid è già riuscito a sviluppare un
nuovo modello (lo sta adattando a un golf-kart) che ha ridotto la
differenza di consumi del 50%, con ampi margini di
miglioramento.
I vantaggi però sono numerosi: tecnicamente la perdita di
energia è minima, del 25% contro l’83% del motore a scoppio.
La sicurezza è addirittura totale, giacché l’azoto
liquido non esplode, né s’infiamma. Ma il vero exploit
riguarda il problema dell’inquinamento risolto alla radice.
Così come la dipendenza dal petrolio. Il nuovo motore
equivale a un nuovo mondo. Vediamolo da vicino.
Il kart che sarà esibito a Carrara può toccare una
velocità massima di 55 Km/h con un serbatoio da 33 litri che
garantisce autonomia di un’ora. Il motoscafo, un 6 metri di 2
tonnellate, sviluppa invece 12 nodi di velocità (circa 25
km/h) con un serbatoio da 220 litri e due ore di autonomia. Il
nuovo modello fornisce peraltro prestazioni assai superiori, ma
già il go-kart è stato testato con brillanti
risultati dallo staff di Rolf Schumacher, il padre del ferrarista
Michael.
Schmid ha chiamato la sua invenzione N-Gine Motor e la sua
società N-Gine Corporation, un gioco di parole tra “engine”
(in inglese motore) e N, il simbolo dell’azoto.
Il principio in base al quale N-Gine lavora è direttamente
legato alla proprietà dell’azoto di liquefarsi alle
bassissime temperature: a partire da -197°C il suo volume si
riduce infatti di 800 volte. Liberato sotto controllo e riscaldato
torna allo stato gassoso e al volume di partenza. Senza alcun
sforzo, ecco dunque l’aria compressa utile alla propulsione del
motore.
A Schmid mancava solo un serbatoio in grado di garantire i
-197°C. Problema risolto da specialisti in particelle di
idrogeno e carburanti che ne hanno realizzato un modello in acciaio
inox a doppia parete, creando nell’intervallo una condizione di
vuoto assoluto del tutto isolante. Da qui, tubi, valvole e un
manometro dosano il flusso della pressione verso il motore. Il
quale, potendo rinunciare all’accensione, è di dimensioni
ridotte: si accontenta di raffreddamento ad acqua o ad aria e fa a
meno dell’olio fossile. Gli bastano pistoni in ceramica e bronzine
in teflon, le parti mobili sono ridotte al minimo, la manutenzione
è occasionale, dalla marmitta esce aria pura.
E’ percorribile la strada tracciata da Schmid? In teoria, non
avendo problemi di spazio, potrebbero subito approfittarne
motoscafi, bus e camion. Per l’auto privata occorrerà ancora
del tempo. Di sicuro il propellente di N-Gine Motor non
costerà molto, d’altronde le riserve di aria sono
illimitate. Oggi l’azoto liquido è venduto a circa 5
centesimi di euro (niente di paragonabile con la benzina) e in caso
di consumo di massa potrebbe costare ancora meno. Ogni paese ne
possiede una piccola rete distributiva che rifornisce ospedali,
laboratori, trasporto frigorifero.
Alessandro Marchetti Tricamo
responsabile testata giornalistica online www.ecotrasporti.it
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