Belgio, tonnellate di pesci morti in un fiume. Uno zuccherificio sotto accusa

Una perdita di acque reflue in un impianto francese al confine con il Belgio ha provocato la morte di tonnellate di pesci.

Tonnellate di pesci morti sono state rinvenute nelle acque del fiume Schelda, in Vallonia (Belgio). Parliamo di una quantità che varia tra le 50 e le 70 tonnellate e la causa della morte di questi animali potrebbe essere legata ad una perdita di acque reflue fuoriuscita dagli impianti industriali dello zuccherificio Tereos. Situata a Cambresis, in Francia, appena al di là del confine con il Belgio, la società ha già negato la propria responsabilità, ma ha anche ammesso l’esistenza di una perdita negli impianti rinvenuta il 9 aprile. Perdita che, afferma la stessa Tereos, sarebbe stata riparata immediatamente il giorno dopo, facendo tornare alla normalità l’acqua fluviale già a partire dal 13 aprile.

I pesci potrebbero essere stati uccisi a causa di una fuoriuscita di sostanze inquinanti da una fabbrica

Secondo le indagini in corso, le sostanze entrate in contatto con l’acqua del fiume proverrebbero dagli scarti di barbabietola da zucchero, ricchi di materia organica che può comportare l’abbassamento dei livelli di ossigeno nei fiumi. L’incidente ha interessato – oltre a un tratto di fiume lungo 36 chilometri – anche la regione delle Fiandre, nella quale si sarebbero manifestati i medesimi danni, seppur in maniera meno grave.

pesce morto inquinamento fiume
I pesci sarebbero morti a causa degli scarti della lavorazione di barbabietole da zucchero © Getty Images

Le autorità belghe hanno accusato la Francia di aver sottovalutato l’emergenza e di non aver agito tempestivamente per limitare i danni ambientali. A oggi non è ancora arrivata alcuna dichiarazione da parte del ministero della Transizione ecologica francese, interpellato da diversi comitati locali, ai quali si è aggiunto il partito Génération-S, che ha scritto al governo francese denunciando il più grave danno ambientale degli ultimi 20 anni nella regione dell’Alta Francia. Il ministro dell’Ambiente della Vallonia Celine Tellier ha accusato la Francia di essere in possesso delle informazioni necessarie “ma di non aver agito in tempo” aggiungendo che alla Tereos “verrà richiesto un risarcimento danni per un milione di euro”.

Deossigenazione degli oceani: la campagna di Fridays for future

L’inquinamento delle acque di scarico è tra la cause principali della deossigenazione delle acque fluviali e marine. Su questo argomento si concentra l’ultima campagna lanciata dagli attivisti di Fridays for future. Oltre all’inquinamento, le altre due principali cause di deossigenazione sono da ricercarsi nell’aumento dell’azoto derivato dalla combustione di fonti fossili e nel riscaldamento degli oceani.

 

 

 

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? LA DEOSSIGENAZIONE DEGLI OCEANI ?⠀ ⠀ ? Vi siete mai chiesti che impatto abbia la CO2 sui mari?⠀ ⠀ I più gravi sono 3: l’acidificazione, il surriscaldamento e la deossigenazione, e sono strettamente collegati.⠀ ⠀ L’@iucn_europe (Unione mondiale per la conservazione della natura) in un rapporto di settembre spiega cos’è la DEOSSIGENAZIONE ⤵️⠀ ⠀ ? Il poco ossigeno presente negli #oceani è necessario a sostenere la #biodiversità e, quindi, ai benefici che traiamo da questa.⠀ ⠀ ? Oggi circa 700 regioni in tutto il mondo hanno concentrazioni di ossigeno troppo basse, mentre erano solo 45 negli anni ’60. ⠀ ⠀ ? Le principali CAUSE della deossigenazione sono l’aumento del deflusso dei #nutrienti dalla terraferma, l’#inquinamento delle acque di scarico e l’aumento dell’azoto derivato dalla combustione di #CombustibiliFossili, unita agli effetti diffusi del riscaldamento degli oceani.⠀ ⠀ ? Gli EFFETTI, che già subiamo, sono la minor #salute e #produttività degli ecosistemi: vengono favorite le specie che hanno bisogno di meno ossigeno, come microbi e meduse, a scapito delle altre, tra cui i #pesci.⠀ Essi però sono, grazie a pesca e acquacoltura, la principale fonte di nutrimento di 1 PERSONA SU 10 nel mondo (FAO).⠀ ⠀ ? Anche questa volta, però, sappiamo cosa FARE: dobbiamo AZZERARE le nostre emissioni di CO2 e dobbiamo proteggere quelle parti degli ecosistemi che sono ancora intatte.⠀ ⠀ ⏪Per frenare la perdita di ossigeno nell’oceano insieme agli altri disastrosi impatti dei cambiamenti climatici, i leader mondiali devono impegnarsi a un immediato e taglio alle emissioni⏩ Ha sottolineato la direttrice generale dell’Iucn.⠀ ⠀ ? I leader mondiali hanno continuato a ignorare il problema. ⠀ Ma non possiamo più permetterlo. ⠀ Dobbiamo continuare a dire le cose come stanno e a pretendere le azioni necessarie per risolvere questa crisi, per evitarne le conseguenze disastrose.⠀ ⠀ ? E questo momento è cruciale: chiediamo ai #politici di ogni livello di affrontare con coraggio la #CrisiClimatica, avviando un piano di ripresa economica attraverso la riconversione ecologica.⠀ Le proposte? Scoprile su #RitornoAlFuturo e diffondile ai tuoi amici e conoscenti (LINK IN BIO)!

 

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Oggi circa 700 regioni acquatiche in tutto il mondo hanno concentrazioni di ossigeno troppo basse, mentre erano solo 45 negli anni Sessanta. In queste zone aumenta la presenza di microbi e meduse, organismi che hanno bisogno di meno ossigeno, e che proliferano a scapito dei pesci. Campagne come quella di Fridays for future servono dunque a ribadire la necessità di azzerare le nostre emissioni nette di CO2, al fine di preservare gli ecosistemi ancora intatti. Prima che sia troppo tardi.

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