Gran parte dei media e della politica hanno parlato di “pogrom” e “caccia all’ebreo” riguardo alle violenze di Amsterdam. Le cose stanno diversamente.
Theresa May, chi è la nuova prima ministra del Regno Unito dopo Cameron
Theresa May è diventata la nuova prima ministra del Regno Unito il 13 luglio. L’esito di Brexit e le dimissioni di David Cameron hanno rappresentato una sfida per la leadership del Partito conservatore al governo. Prima Boris Johnson, poi Michel Groover e Andrea Leadsom: tutti gli aspiranti hanno ritirato uno a uno le proprie candidature, spianando la
Theresa May è diventata la nuova prima ministra del Regno Unito il 13 luglio. L’esito di Brexit e le dimissioni di David Cameron hanno rappresentato una sfida per la leadership del Partito conservatore al governo. Prima Boris Johnson, poi Michel Groover e Andrea Leadsom: tutti gli aspiranti hanno ritirato uno a uno le proprie candidature, spianando la strada a May. Come ultima, la decisione di Leadsom è arrivata in seguito all’indignazione nata per le sue affermazioni secondo cui, a differenza della futura prima ministra, essendo una mamma ha “interesse nel futuro del Regno Unito” (come se solo le madri lo avessero).
‘Together, we will build a better Britain’ – watch Theresa’s speech after being chosen as @Conservatives leader: pic.twitter.com/MIUIqRVSoM
— Theresa May (@theresa_may) July 11, 2016
Un primo ministro enigmatico
“È forte, competente e più che capace di offrire la leadership di cui il paese avrà bisogno nei prossimi anni”. È così che Cameron ha appoggiato May quando ha annunciato, l’11 luglio, che lo avrebbe sostituito. May è il segretario di stato per gli Affari interni dal 2010, il più lungo mandato di questa carica negli ultimi 50 anni. È considerata la donna conservatrice più potente dopo Margaret Thatcher, alla quale viene spesso paragonata, ed è “probabilmente il nuovo primo ministro più imperscrutabile che abbiamo avuto negli ultimi decenni”, ha affermato Janan Ganesh, commentatore politico del Financial Times.
Chi è Theresa May
Nata nel 1956 a Eastbourne, sulla costa sudorientale dell’Inghilterra, e figlia di un prete della chiesa anglicana, Theresa May ha frequentato l’università di Oxford dove si è laureata in geografia nel 1977. È proprio lì che ha incontrato suo marito Philip May, con cui è sposata dal 1980 e che, secondo la stampa, ha conosciuto grazie a colei che sarebbe stata la prima prima ministra della storia del Pakistan, Benazir Bhutto. I coniugi May vivono a Sonning-on-Thames, cittadina a 60 chilometri a ovest di Londra dove vivono anche celebrità come George Clooney e Amal Alamuddin.
Prima di entrare in politica May aveva iniziato la sua carriera nel settore bancario. Appena laureata, ha lavorato presso la Banca d’Inghilterra fino al 1983, per poi passare al settore dei pagamenti. I suoi hobby sono la cucina e le camminate, che dice di riuscire a fare nonostante i suoi problemi di diabete.
La politica
May è entrata in Parlamento nel 1997 come membro del Partito conservatore per Maidenhead, una città a ovest di Londra. Negli oltre vent’anni alla Camera dei comuni ha ricoperto diversi ruoli, come ministra per le Donne e per le Uguaglianze dal 2010 al 2012. David Cameron l’ha scelta come segretaria di stato per gli Affari interni quando è stato eletto nel 2010 e poi cinque anni dopo con la sua rielezione.
Ambiente, diritti umani e politiche sociali
Considerata una conservatrice liberale, i temi a cui viene associata come segretaria di stato sono principalmente l’immigrazione e il terrorismo. Secondo quanto riportato dal suo sito web, la sua eredità è stata permettere alla polizia di combattere il crimine in modo più efficace, rafforzare i confini, ridurre l’immigrazione e proteggere il Regno Unito dal terrorismo.
Come membro del parlamento ha sempre votato a favore interventi militari del Regno Unito, come il dispiego di truppe in Iraq, Afghanistan, Siria e Libia. Ha anche appoggiato l’Investigatory powers bill, conosciuto come Snooper’s charter, cioè la legge che ha l’obiettivo di contrastare il terrorismo dando al governo poteri più ampi per intercettare e archiviare i dati sulle comunicazioni.
May ha inoltre votato per tagliare i sussidi sociali (anche a tutti coloro che non possono lavorare per disabilità o malattia), per un’applicazione delle leggi sull’immigrazione e un sistema di asilo più severi, per aumentare le tasse universitarie agli studenti, e per i matrimoni tra persone dello stesso sesso. La sua esperienza in ambito ambientale è piuttosto povera. Difatti, ha votato contro alcune misure per contrastare i cambiamenti climatici, contro una regolamentazione più severa sul fracking, contro un divieto di caccia e a favore della vendita delle foreste pubbliche.
#TheresaMay arrives at No10 ahead of Cameron’s last Cabinet meetinghttps://t.co/w0oC5GwvSm
— RT UK (@RTUKnews) July 12, 2016
Le controversie sui diritti umani e l’immigrazione
May è contraria a rafforzare le leggi sui diritti umani che, secondo lei, limitano i poteri del governo. Si è ripetutamente espressa contro lo Human rights act, votando perché venisse abrogato a maggio di quest’anno. Come segretario di stato per gli Affari interni May ha sovrinteso una svolta verso leggi migratorie più rigide e ostili. Ad esempio, da aprile i lavoratori non facenti parte dell’Unione europea che vivono nel Regno Unito da meno di dieci anni e guadagnano meno di 35mila sterline l’anno non sono autorizzati a stabilirsi n modo permanente. Sotto la sua supervisione l’Home office, che amministra gli affari interni, ha avviato nel 2013 una campagna controversa che invitava gli immigrati illegali a consegnarsi personalmente alla polizia, giudicata da molti come razzista. Sono stati anche affissi poster sui camioncini raffiguranti manette accompagnate dal messaggio “Nel Regno Unito illegalmente? Tornate a casa o sarete arrestati”.
Lest we forget, the soon-to-be new UK prime minister sent out ‘Go Home’ vans deemed too extreme even by Nigel Farage pic.twitter.com/d2NqvPKL5g
— Mehdi Hasan (@mehdirhasan) July 11, 2016
Una sostenitrice del Remain, negozia l’uscita del Regno Unito
Dopo l’annuncio da parte del partito conservatore che sarebbe stata lei a guidare il paese dopo Cameron ha affermato:
Brexit vuol dire Brexit. Negozieremo per raggiungere il migliore accordo per il Regno Unito nel lasciare l’Unione europea. Dobbiamo riunificare il nostro paese. Abbiamo bisogno di una visione del futuro nuova, forte e positiva. Una visione di un paese che lavora non solo per i pochi privilegiati ma per ognuno di noi.
Theresa May, che si era espressa per restare nell’Unione europea, si trova ad affrontare l’arduo compito di raccogliere i pezzi lasciati da Brexit e stabilire un percorso da seguire per attuare i cambiamenti più importanti della storia recente del paese. Sì, è un personaggio esperto di politica, ma la sua storia in tema di immigrazione, diritti umani e ambiente non lascia immaginare un futuro progressista e inclusivo. A lei il compito di dimostrare il contrario.
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