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Il governo della Colombia ha annunciato di aver vietato l’uso del mercurio in tutte le attività di estrazione mineraria. Entro il 2023 sarà interamente proibito per uso industriale.
L’estrazione mineraria in Colombia, così come in molti altri paesi sudamericani, ha un enorme impatto sull’ambiente e la salute delle persone. La causa principale è l’utilizzo di mercurio, impiegato per l’estrazione dell’oro e di altri minerali. Ogni anno vengono disperse nell’ambiente fino a cento tonnellate del tossico metallo liquido che inquinano il suolo e le falde acquifere, compromettendo la salute dei minatori e delle persone che vivono nei pressi delle miniere. Finalmente, lo scorso 16 luglio, il governo colombiano ha però annunciato di aver vietato l’uso del mercurio in tutte le attività di estrazione di minerali.
Il divieto ufficiale di utilizzare mercurio nelle miniere era stato stabilito dalla legge 1658 del 2013, la legge concedeva però cinque anni alle aziende minerarie per eliminare il mercurio. Ora quel tempo è scaduto e nel 2023 diventerà effettivo il divieto totale dell’uso industriale del mercurio. “Da oggi i minatori devono continuare le loro attività senza l’uso di mercurio – ha affermato il ministro dell’Ambiente colombiano Luis Gilberto Murillo. – Questa misura contribuirà a ridurre l’inquinamento ambientale”.
Per accelerare la transizione verso un’industria estrattiva libera dal mercurio, il governo colombiano ha iniziato a limitarne l’importazione che in passato era in media di cento tonnellate all’anno. “A partire da settembre 2017 è stata autorizzata una quota massima di cinque tonnellate, che verrà utilizzata principalmente per le attività nel settore sanitario fino al 2023”, ha spiegato Willer Guevara, viceministro delle politiche e normalizzazione del ministero dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile. Il governo ha inoltre messo in atto un piano per monitorare il flusso di mercurio che entra nel Paese e sanzionare coloro che lo importano illegalmente. Il ministero delle Miniere e dell’energia verificherà inoltre che le miniere si siano adeguate alla legge.
Il mercurio è un metallo pesante altamente tossico, in grado di accumularsi negli esseri viventi con effetti potenzialmente letali, a seconda dell’esposizione. Le vittime più frequenti sono i pesci, nei quali il mercurio può causare riduzione della fertilità e della crescita, anormalità comportamentali e morte, ma una simile sorte può colpire anche uccelli e mammiferi. “Il divieto contribuirà a ridurre la quantità di mercurio nell’aria, nell’acqua, nel suolo, con conseguenze positive per la flora e la fauna – ha dichiarato il ministro Murillo – migliorerà la qualità dell’ambiente e ridurrà l’esposizione al mercurio dei minatori e della popolazione in generale”.
Sebbene possa sembrarci scontata e perfino in ritardo, la legge nazionale che vieta l’utilizzo di mercurio nelle miniere ha pochi eguali tra gli altri paesi in via di sviluppo che usano il mercurio nelle attività minerarie. Grazie alla nuova legislazione la Colombia “va oltre i paletti fissati dalla Convenzione di Minamata sul mercurio, che non ha fissato una data di eliminazione per l’uso di questo elemento nelle miniere di tutto il mondo”, ha detto Murillo.
Se il governo si è impegnato a controllare le imprese minerarie autorizzate, più difficile sarà tenere sotto controllo l’estrazione illegale, controllata da organizzazioni criminali e il cui valore si crede sia superiore a quello del traffico di droga, con proventi che si aggirano tra 1,9 e 2,6 miliardi di dollari l’anno. Secondo un rapporto del servizio di sicurezza colombiano pubblicato nel 2011, il 50 per cento delle miniere colombiane era illegale e molte di esse erano controllate da gruppi armati. La strada per liberare la nazione da questo metallo velenoso è dunque ancora lunga, ma l’entrata in vigore della legge rappresenta senza dubbio una svolta per il futuro della Colombia.
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