Valorizzando ogni risorsa, il disability manager rende più efficiente e competitiva l’azienda nel suo insieme. Alcune tecnologie possono agevolarlo.
Columbia realizza una giacca senza Pfc
Il marchio di abbigliamento outdoor canadese ha finalmente commercializzato una giacca antipioggia priva dei famigerati perfluorurati.
Da un recente rapporto di Greenpeace, chiamato “Tracce nascoste nell’outdoor“, è emerso che ancora la maggior parte dei marchi di abbigliamento outdoor utilizza i Pfc per la realizzazione dei propri capi. La sigla Pfc indica i perfluorurati, ovvero sostanze chimiche pericolose ampliamente utilizzate da vari settori per le peculiari caratteristiche fisiche, come la resistenza termica e l’eccezionale idrofobicità.
Perché i Pfc sono nemici dell’ambiente
Queste sostanze, particolarmente utilizzate per la produzione di abbigliamento outdoor proprio per la loro impermeabilità ed elasticità, sono dannose per la salute e per l’ambiente. Una volta rilasciate sono difficili da smaltire, decomponendosi con estrema difficoltà, e possono danneggiare interi ecosistemi, contaminando a uno a uno ogni anello della catena alimentare.
La nuova giacca di Columbia
Il marchio di abbigliamento outdoor statunitense Columbia ha annunciato il lancio di una nuova giacca impermeabile totalmente priva di Pfc nella primavera del 2017. La peculiarità della giacca, che sarà venduta ad un prezzo di 199 dollari, sarà l’impiego di una tecnologia che l’azienda chiama OutDry Extreme Eco. Questo sistema ha consentito di eliminare lo strato di tessuto esterno impermeabile, eliminando così la necessità di un rivestimento a base di Pfc a idrorepellenza durevole (Durable Water Repellency, Dwr). La nuova giacca, oltre all’innovativa tecnologia, sarà realizzata con poliestere riciclato al 100 per cento, ricavato da circa ventuno bottiglie riciclate.
Sostenibilità o prestazioni?
Quella dei Pfc è una sfida che i grandi marchi dell’abbigliamento outdoor devono affrontare e vincere. Attualmente però le alternative a disposizione, secondo le aziende, non offrono garanzie soddisfacenti dal punto di vista delle prestazioni dei prodotti. La comunità outdoor ha tuttavia il dovere di esigere un cambiamento radicale nel settore.
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