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Cop 22: la Banca europea degli investimenti sarà il primo finanziatore globale per il clima
Questa conferenza mondiale sulla Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Cop 22) a Marrakech, in Marocco, flagellata dallo sconcerto per le elezioni Usa e dagli ondeggianti umori di alcuni Paesi grandi inquinatori, è stata l’occasione di far emergere un nuovo bastione, in difesa del clima: la Banca europea degli investimenti. Poco prima dell’inizio della Cop 22
Questa conferenza mondiale sulla Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Cop 22) a Marrakech, in Marocco, flagellata dallo sconcerto per le elezioni Usa e dagli ondeggianti umori di alcuni Paesi grandi inquinatori, è stata l’occasione di far emergere un nuovo bastione, in difesa del clima: la Banca europea degli investimenti.
Poco prima dell’inizio della Cop 22 la Banca europea per gli investimenti ha tenuto a Rabat la conferenza annuale. La Bei è oggi il più grande fondo internazionale sul clima con quasi 100 miliardi di euro impegnati. Uno sforzo non molto conosciuto, ma che conta su una forza finanziaria molto significativa, di circa 80 miliardi di euro all’anno, che li pone in primo piano tra le istituzioni finanziarie multilaterali.
Román Escolano, Vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, ha dichiarato in un’intervista esclusiva a La Tribune:
La banca ha preso un impegno di lungo periodo sulle questioni climatiche, che corrisponde alle direttive definite dall’Ue nel 2009 per rendere l’Europa l’esempio di prevenzione e lotta contro i cambiamenti climatici. Questo è sottolineato dalla strategia adottata nel settembre 2015 in preparazione della Cop 21 a Parigi. Una strategia complessa, ambiziosa e orizzontale perché riguarda tutti i settori di attività della banca, che comprende tutti gli sforzi che siamo pronti a prendere per iniziare la transizione verso la nuova economia a basse emissioni di carbonio. Inoltre, abbiamo preso un forte impegno a spendere il 35 per cento del nostro budget nei Paesi in via di sviluppo, per agire contro il riscaldamento globale. Così, questi 100 miliardi di euro di finanziamenti sono il risultato dell’intersezione di questi due parametri, la nostra dimensione e l’assunzione di responsabilità per il clima.
Tra i progetti già finanziati dalla Bei ci sono l’impianto di desalinizzazione a Gaza, il complesso solare di Ouarzazate proprio in Marocco, le turbine eoliche di Tangeri, la bonifica del Lago di Biserta, a nord di Tunisi, del valore di 90 milioni di euro, e stanno lanciando l’idea di un piano d’azione accelerato per il clima nel Mediterraneo. L’ambasciatrice Laurence Tubiana ha perfino menzionato l’idea di un piano Marshall per il clima mediterraneo.
Alla Cop 22, Monica Scatasta, capo per le politiche climatiche, ambientali e sociali della Bei, ha rilasciato un’intervista all’Agenzia Nova in cui ha rimarcato che la Banca europea degli investimenti (Bei) sta realmente cercando progetti da finanziare.
L’azione contro i cambiamenti climatici sarà sempre più al centro delle politiche della Banca europea degli investimenti (Bei) e conterà, nel 2020, per una quota del 35 per cento dei prestiti a sostegno dei Paesi in via di sviluppo in Medio Oriente e Nord Africa.
I volumi di finanziamento per l’azione contro il cambiamento climatico hanno raggiunto nel 2015 circa 21 miliardi di euro, pari al 27 per cento dell’importo dei prestiti erogati a sostegno dei paesi in via di sviluppo nell’area Medio Oriente e Nord Africa. Nel 2020 vogliamo raggiungere il 35 per cento.
Non ci mancano i fondi, ma servono programmi d’investimento affidabili e progetti che prendano in considerazione i cambiamenti climatici.
Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di Parigi, i prossimi 3-5 anni saranno fondamentali: dobbiamo metterci su un nuovo percorso, un percorso di riduzione delle emissioni nell’atmosfera.
L’istituto di credito è oggi il primo finanziatore mondiale nel settore delle energie da fonti rinnovabili e ha partecipato alla Cop 22 per condividere la sua esperienza con politici, funzionari e organizzazioni non governative.
Nell’ambito della Conferenza sul clima Bei ha lanciato insieme a Bmce – Bank of Africa una linea di credito di 150 milioni di euro per rafforzare il sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi) e finanziare i progetti in relazioni all’ambiente nei settori dell’industria e dei servizi. L’obiettivo è facilitare l’accesso a “finanziamenti su misura”, con scadenza più lunghe e flessibili. Fra i principali donatori del Marocco, paese leader nel settore dell’energia pulita nella regione, Bei ha destinato quasi 7 miliardi di euro agli investimenti per sostenere progetti nei settori chiave dell’economia marocchina: dall’energia ai trasporti, dalle risorse idriche ai servizi sanitari, dall’istruzione all’edilizia sociale, dall’industria alle piccole e medie imprese.
Il settore delle energie rinnovabili in Marocco è riuscito negli ultimi anni ad attirare sempre più investitori stranieri. Secondo un rapporto di Havas Wordlwide, che ha analizzato le intenzioni degli investitori internazionali per il periodo che va dal 2016 al 2020 in Africa, questo settore resterà il più interessante per i capitali stranieri che intendono investire nel continente africano per i prossimi quattro anni.
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