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Dopo essere stata dipinta di rosso appena due settimane fa, la statua è stata ricoperta di vernice azzurra e ai suoi piedi è stata trovata la scritta “free Abdulle”.
Lo scorso 30 maggio la sirenetta di Copenaghen, simbolo della città danese, era stata ricoperta di vernice rossa. L’atto vandalico in quel caso aveva un buon fine, ovvero protestare contro la mattanza di migliaia di globicefali (Globicephala melas), cetacei conosciuti anche come balene pilota, da parte degli abitanti delle isole Faroe (con il sostegno della Danimarca). A poco più di due settimane la statua è stata nuovamente imbrattata, questa volta con vernice azzurra e bianca e ai suoi piedi (o meglio, alla sua coda) è comparsa una scritta ancora sibillina, “befri Abdulle”, ovvero “Abdulle libero”.
Mentre il precedente gesto aveva un bersaglio ben preciso (la caccia alle balene, appunto), questa volta la scritta di rivendicazione lascia perplessa la polizia e non è chiaro cosa intenda. Secondo alcune fonti potrebbe riferirsi al caso di Abdulle Ahmed, cittadino somalo di 36 anni che ha trascorso oltre un decennio di cure forzate in un ospedale psichiatrico danese.
La sirenetta, in ogni caso, in oltre un secolo di vita ha vissuto momenti ben peggiori. L’opera dello scultore Edvard Eriksen è stata decapitata due volte (nel 1964 e nel 1998), le è stato amputato un braccio (nel 1984), è stata imbrattata in numerose circostanze, è stata coperta da un burqa in segno di protesta contro la candidatura della Turchia ad entrare nell’Unione europea (nel 2004) e le è stato messo in mano un dildo (nel 2006). Come se non bastassero le aggressioni “fisiche” la sirenetta, ispirata alla fiaba di Hans Christian Anderson, ha dovuto subire anche uno smacco morale, è infatti stata addirittura rimossa da Facebook per aver violato le linee guida sulla nudità del social network.
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