Un rapporto indica che la capitale dell’Indonesia Giacarta accoglie ormai 42 milioni di persone: più di Dacca, seconda, e di Tokyo.
Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno sospeso i fondi concessi all’Organizzazione mondiale della sanità. Rea di essere “filo-cinese”.
Dalle parole ai fatti. Dopo averne attaccato per giorni i vertici, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la sospensione dei finanziamenti concessi all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Rea, secondo il miliardario americano, di aver commesso numerosi “errori” nella gestione della pandemia di coronavirus. E di essere “troppo favorevole alla Cina”.
President @realDonaldTrump is halting funding of the World Health Organization while a review is conducted to assess WHO’s role in mismanaging the Coronavirus outbreak. pic.twitter.com/jTrEf4WWj0
— The White House (@WhiteHouse) April 14, 2020
“Il mondo è stato bombardato da informazioni false sulla trasmissione e sulla mortalità”, ha accusato senza mezzi termini il capo di stato americano. “È per questo – ha aggiunto – che ordino la sospensione dei finanziamenti concessi all’Oms”. Ciò finché non sarà conclusa un’inchiesta che dovrà esaminare la presunta “cattiva gestione” della crisi. Inchiesta che durerà 60-90 giorni.
Nel frattempo, il principale organismo sanitario internazionale si troverà a corto di fondi. Proprio mentre il mondo si trova in piena emergenza. Un problema non di poco conto, se si considera che gli Stati Uniti concedono all’Oms, ogni anno, una cifra compresa tra 400 e 500 milioni di dollari, secondo quando indicato dallo stesso Trump.
L’inquilino della Casa Bianca ha aggiunto che “se l’Oms avesse fatto il proprio lavoro e inviato degli esperti sanitari in Cina per studiare in modo obiettivo la situazione, l’epidemia avrebbe potuto essere contenuta in loco, limitando fortemente il numero di morti”.
La replica da parte delle Nazioni Unite è stata affidata direttamente al segretario generale António Guterres. Secondo il quale “non è il momento di ridurre i fondi utilizzati dall’Organizzazione mondiale della sanità o di qualsiasi altro istituto umanitario che si sta battendo contro il coronavirus”.
“Now is not that time.”
UN Secretary General Antonio Guterres issued a statement after Trump instructed his administration to temporarily halt funding to the WHO pic.twitter.com/zuH6AJezg3
— QuickTake by Bloomberg (@QuickTake) April 15, 2020
“La mia convinzione – ha concluso Guterres – è che l’Oms debba essere sostenuta, poiché assolutamente essenziale nell’ambito degli sforzi che il mondo sta effettuando per vincere la guerra contro il Covid-19”. Solo una volta risolto il problema “arriverà il momento di valutare i comportamenti di tutti coloro che sono stati coinvolti”.
Nella storia relativamente recente c’è tra l’altro un precedente in questo senso. Riguarda l’Unesco, agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La cui Assemblea generale, nel 2011, approvò l’adesione della Palestina. Ciò provocò la reazione di Israele e degli Stati Uniti. Con questi ultimi, all’epoca guidati da Barack Obama, che bloccarono i finanziamenti concessi.
Un problema gigantesco, dal momento che i contributi alle agenzie delle Nazioni Unite sono calcolati in funzione delle possibilità di ciascuna nazione. Nel caso dell’Unesco, il passo indietro di Washington provocò un calo di circa il 50% degli introiti. Alcuni anni dopo, gli Stati Uniti, assieme ad Israele, decisero di abbandonare ufficialmente l’organismo.
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