Dall’India all’Inghilterra a bordo di un triciclo-risciò elettrico

La prima volta che è uscito dal suo garage, il risciò che il meccanico 33enne Naveen Rabelli ha trasformato in elettrico s’è rotto immediatamente. Ma Rabelli non si è perso d’animo e, nel ripararlo, ha deciso di modificarlo per fargli compiere un’impresa unica: arrivare a Londra.   L’anno prossimo Rabelli partirà dall’India in direzione Londra

La prima volta che è uscito dal suo garage, il risciò che il meccanico 33enne Naveen Rabelli ha trasformato in elettrico s’è rotto immediatamente. Ma Rabelli non si è perso d’animo e, nel ripararlo, ha deciso di modificarlo per fargli compiere un’impresa unica: arrivare a Londra.

 

L’anno prossimo Rabelli partirà dall’India in direzione Londra per una maratona di 9.600 km attraverso 10 Paesi con il suo tuk-tuk – così chiamano in India i loro risciò e le vetturette simili alla nostra Apecar – a propulsione elettrica.

“Non posso immaginare un modo migliore di viaggiare – ha dichiarato alla Reuters – il tuk-tuk è un’icona indiana e questo veicolo non inquina l’aria in alcun modo”. Si è licenziato dalla Reva, sussidiaria della casa produttrice d’auto Mahindra, e per due anni s’è dedicato a risistemare il suo tuk-tuk di seconda mano.

 

Tejas (così è stato battezzato il veicolo, nome sanscrito che vuol dire brillantezza) ora è equipaggiato con motore, batterie e scatola del cambio nuovi, nonché di una livrea rossa fiammante. È ben diverso dalle migliaia di carriole tossicchianti, a gasolio, senza filtri, che appestano e brulicano ovunque per le strade delle inquinatissime megalopoli indiane.

Il difetto è che ora pesa il doppio di prima. Il suo tetto è fatto di pannelli solari e il cassone è protetto da tende. La carica della batteria dovrebbe durare 8 ore e far andare il tuk-tuk solare per 80 chilometri. 5 ore di esposizione al sole dovrebbero consentire al Tejas di andare per altri 25 km. Questo comporterebbe innumerevoli fermate, nella strade verso Londra.

 

Ma più che il tempo, il problema ora sono i soldi. I suoi risparmi equivalgono a circa 4.000 euro, e prima di partire ha anche bisogno di rinforzare i tiranti del tetto o addirittura acquistare delle fenomenali batterie a ioni di litio per rimpiazzare quelle attualmente a bordo, le vecchie, pesanti batterie al piombo.

Nonostante questo, secondo i suoi calcoli la vetturetta è meno dispendiosa di quelle a gasolio: fa 100 km con meno di 80 cent di euro di elettricità, mentre quelle col motore a scoppio richiedono 3 euro di carburante.

 

La road map prevede che Rabelli guidi il suo tuk-tuk elettrico da Bangalore a Mumbai, per poi imbarcarlo su un cargo verso l’Iran. Attraverserà i Paesi del Golfo Persico verso la Turchia, entrando in Bulgaria e poi in Europa via Calais.
Non sarà solo, in quanto sarà accompagnato da Raoul Kopacka, 26 anni, dall’Australia: tra coloro che si era candidati per quest’avventura, Rabelli lo ha scelto sia perché è un videomaker (e quindi realizzerà un documentario sul viaggio) sia perché è basso abbastanza per star dentro il cassone della vetturetta. Per gran parte del viaggio, difatti, Rabelli e il suo co-pilota dormiranno nella cuccetta nel retro del tuk-tuk.

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