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I risultati di uno studio dell’Università di Tor Vergata che ha messo a confronto la dieta mediterranea convenzionale e quella biologica sui benefici per l’organismo.
Seguire per quattro settimane una dieta mediterranea biologica è sufficiente per modificare in modo misurabile la composizione del microbiota intestinale e aumentare l’abbondanza di batteri considerati benefici, con effetti antiinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti. È quanto emerge dalla fase conclusiva di uno studio guidato dall’Università Tor Vergata di Roma – i cui primi risultati erano stati resi noti lo scorso dicembre – pubblicato sulla rivista scientifica Microorganisms.
Lo studio dimostra che a parità di calorie e nutrienti, è la qualità degli alimenti a fare la differenza: la scelta di cibi biologici rispetto a quelli convenzionali amplifica gli effetti positivi della dieta mediterranea. Sia la dieta mediterranea che la dieta mediterranea biologica aumentano la presenza di acidi grassi a catena corta, molecole centrali per il benessere dell’organismo, con effetti sull’immunità, sul metabolismo e sulla salute della barriera intestinale, ma nella dieta mediterranea biologica, gli incrementi di diversi batteri benefici sono più marcati rispetto a quella convenzionale.
La ricerca è stata condotta su 39 adulti sani (27 donne e 12 uomini, età media 38,5 anni), divisi in tre gruppi: uno ha seguito una dieta libera, uno una dieta mediterranea con alimenti convenzionali e uno una dieta mediterranea con alimenti biologici certificati. Tutti e tre i regimi sono stati seguiti per quattro settimane, con composizione nutrizionale identica tra le due versioni della mediterranea (calorie, macronutrienti, fibre).
Durante il periodo dello studio, sono state analizzate la composizione del microbiota intestinale, la composizione corporea e l’aderenza alla dieta. Secondo i risultati, chi ha seguito la dieta biologica ha mostrato un cambiamento più consistente del microbiota, con un arricchimento di specie di batteri note per i loro effetti antinfiammatori e protettivi.
In particolare lo studio ha evidenziato un aumento di circa quattro volte del batterio Faecalibacterium prausnitzii, uno dei principali produttori di acidi grassi a catena corta. Anche il batterio Anaerostipes hadrus, noto per la stessa capacità, è raddoppiato. I Parabacteroides distasonis, che migliorano l’assorbimento dei grassi e la digestione, hanno mostrato un aumento del 125 per cento nel bio, mentre nel gruppo convenzionale sono diminuiti.
I risultati della ricerca hanno dimostrato che, a parità di dieta, sono le donne a beneficiare maggiormente del miglioramento del microbiota intestinale apportato dalla dieta mediterranea biologica. Nelle donne è emerso un arricchimento di specie note per gli effetti antinfiammatori e la protezione della mucosa intestinale: il Faecalibacterium prausnitzii risultava circa del 101 per cento più abbondante rispetto agli uomini. Incrementi marcati si sono osservati anche per Roseburia faecis e Faecalicatena contorta (+200 per cento), oltre che per Collinsella aerofaciens (+58 per cento). Negli uomini, invece, prevalevano altri profili metabolici, prevalentemente associati alla stabilità della flora intestinale e alla fermentazione di carboidrati complessi, con potenziali implicazioni immuno-metaboliche: Enterococcus faecium (+200 per cento negli uomini), Parabacteroides johnsonii (+260 per cento), Clostridium cocleatum (+1411 per cento).
Lo studio di Tor Vergata è il primo trial clinico a valutare l’impatto comparativo tra dieta mediterranea convenzionale e biologica. “L’effetto potenziato della dieta mediterranea con prodotti biologici può essere attribuito alla maggiore qualità nutrizionale e all’assenza di residui di pesticidi e additivi sintetici tipica degli alimenti biologici, fattori che favoriscono una maggiore diversità microbica e una riduzione dello stato infiammatorio sistemico”, ha commentato Laura Di Renzo, direttrice della Sezione di nutrizione clinica e nutrigenomica dell’Università degli studi di Roma di Tor Vergata – “Integrare alimenti biologici all’interno di una dieta mediterranea è inoltre associato anche a una più elevata capacità antiossidante plasmatica e a un maggior contenuto di composti fitochimici bioattivi”.
Un altro studio condotto dallo stesso gruppo di ricerca, e pubblicato alla fine di agosto sulla rivista scientifica Metabolites, conferma ulteriormente il valore della dieta mediterranea biologica come strategia nutrizionale vincente. I ricercatori hanno valutato la presenza di metaboliti urinari in gruppi sottoposti a dieta mediterranea convenzionale e biologica. Entrambi gli interventi hanno migliorato alcuni parametri urinari alterati. Tuttavia, la dieta mediterranea a base di cibi biologici ha portato benefici più ampi e importanti: ha aumentato alcune sostanze utili per il metabolismo energetico, come gli intermedi del ciclo tricarbossilico (TCA), e di composti naturali delle piante come la trigonellina, riconosciuti per le loro proprietà antiossidanti e protettive. Parallelamente, aumentano molecole che derivano dalla collaborazione tra il nostro organismo e il microbiota intestinale, fondamentali per mantenere l’equilibrio del sistema immunitario e si riducono sostanze meno salutari, legate a fermentazioni sbilanciate o all’esposizione a sostanze chimiche esterne presenti negli alimenti.
“Si tratta di risultati importanti che confermano il valore della scelta biologica nell’alimentazione quotidiana”, sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Se da tempo la scienza ha mostrato il ruolo dell’agricoltura biologica per la biodiversità, la fertilità del suolo e il contrasto alla crisi climatica, oggi la ricerca dell’Università di Tor Vergata, sostenuta dal Ministero della Salute, dimostra che il biologico fa bene anche alla salute delle persone. Vogliamo rafforzare l’alleanza tra mondo scientifico e associazioni del biologico, divulgare gli esiti della ricerca e favorire una corretta informazione ai cittadini, e chiedere di investire maggiormente sulla prevenzione, a partire dalla diffusione della dieta mediterranea bio nelle mense scolastiche”.
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I risultati sono stati presentati all’interno della campagna “Il Bio dentro di noi”, in occasione del convegno promosso da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico il 16 settembre a Roma. La sperimentazione clinica è parte del progetto MOOD – Modello di progettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta Mediterranea per la difesa della salute in Italia, finanziato dal Ministero della Salute attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). La ricerca è stata realizzata grazie al contributo di NaturaSì, l’azienda maggiormente specializzata nella distribuzione e vendita di prodotti biologici e biodinamici in Italia, che ha fornito tutti i prodotti necessari ai partecipanti per seguire la dieta biologica mediterranea.
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