Disastro sull’Himalaya, il governo dell’India conosceva i rischi

Il governo indiano sotto accusa per la tragedia sull’Himalaya: «Gli scienziati avevano avvisato sui rischi già nel 2014».

La tragedia che domenica 7 febbraio ha colpito lo stato dell’Uttarakhand, in India – dopo che una gigantesca ondata di acqua e fango, provocata dal cedimento di un ghiacciaio, ha travolto dighe, ponti e case – forse avrebbe potuto essere evitata. Ravi Chopra, direttore de People’s Science Institute ha dichiarato infatti, secondo quanto riportato dall’emittente Al Jazeera, che un gruppo di esperti nominato nel 2012 dal governo di Nuova Delhi aveva raccomandato di non costruire dighe nel bacino di  Alaknanda-Bhagirathi. Compresa l’area dove sorge l’impianto idroelettrico di Rishiganga, sull’Himalaya, distrutto dalla furia dell’acqua.

I ghiacciai dell’Himalaya si sciolgono ad un ritmo preoccupante

L’indicazione sarebbe stata fornita da un comitato scientifico nel 2014. Che avrebbe appunto sconsigliato la realizzazione di dighe “nella zona para-glaciale”. Il microclima dell’Himalaya, infatti, si è riscaldato ad un ritmo allarmante nel corso degli ultimi anni. Facendo fondere ghiaccio rimasto tale per secoli, e aumentando di conseguenza il rischio di inondazioni e di smottamenti del terreno. Esattamente ciò che è accaduto il 7 febbraio.

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Le operazioni di soccorso nello Uttarakhand © Chamoli Police/Twitter

Gli scienziati avevano anche avvertito che le popolazioni che abitano nei dintorni erano di fatto vulnerabili di fronte a tali rischi. L’ecosistema della regione, infatti, era diventato troppo fragile per sopportare grandi progetti come quelli decisi dal governo indiano. Che, tuttavia, avrebbe scelto di ignorare deliberatamente le obiezioni avanzate dagli esperti. Così come le proteste dei residenti locali, preoccupati proprio per il rischio di una catastrofe.

Decine di persone ancora intrappolate in un tunnel

La tragedia è costata la vita a 26 persone, ma è probabile che il bilancio si aggraverà ulteriormente nel corso dei prossimi giorni: sono infatti circa 200 le persone che risultano ancora disperse. Attualmente, le forze di sicurezza che sono state inviate sul posto hanno concentrato i loro sforzi per salvare alcune persone rimaste intrappolate in un tunnel.

Secondo quanto dichiarato da Banudutt Nair, agente responsabile delle operazioni di soccorso, dodici persone sono state recuperate. Ma nel tunnel, lungo più di 2 chilometri, sarebbero ancora bloccati in 34.

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