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È il luogo dove si produceva e, talvolta, si produce ancora oggi il sale. Molte sono diventate riserve naturali dove osservare migliaia di uccelli durante le migrazioni. Scopriamo cinque saline da nord a sud dello Stivale.
In provincia di Ravenna, è la salina più a nord d’Italia, fa parte del Parco del delta del Po ed è ancora oggi un luogo di produzione del sale. Sarà capitato a tutti di sentir parlare infatti del sale di Cervia, un sale marino (la sua origine è l’acqua del mare) e integrale (una volta raccolto viene esclusivamente lavato con acqua madre). È definito anche “dolce” perché è composto di cloruro di sodio purissimo, con una quasi inesistente presenza di altri cloruri più amari. Nella vasca denominata Salina Camillone, il sale viene raccolto ancora a mano, secondo il procedimento di una volta, che viene raccontato e illustrato nel percorso espositivo. La salina si può attraversare con una guida per ammirare gli uccelli che la popolano nei diversi periodi dell’anno, in particolare fenicotteri, cavalieri d’Italia, avocette.
A ridosso della città antica di Tarquinia (in provincia di Viterbo, dove si visitano la necropoli etrusca e il bel centro storico), le sue vasche risalgono ai primi dell’Ottocento (anche se ci sono tracce risalenti già al Medioevo), ma non sono più attive dal 1997. L’aerea rimane oggi una zona protetta e di importanza ambientale per la sosta, l’alimentazione e la riproduzione dell’avifauna. Oltre a tante specie di uccelli la riserva è abitata da volpi, ricci, istrici, scoiattoli, nutrie. Nel piccolo borgo costruito per gli stabilimenti per la produzione e stoccaggio del sale e per l’ospitalità agli addetti, c’è un’area a disposizione per i pic-nic e, sempre sul limite della riserva, una spiaggia lunga quattro chilometri. La salina si può visitare solo su prenotazione.
Situata nel foggiano, è la salina più grande d’Italia con i suoi 4.500 ettari di estensione, la maggior parte dei quali ricoperti dalle acque. Già ai tempi dell’Antica Roma veniva raccolto il sale che qui si formava naturalmente, oggi ne vengono prodotti circa 6 milioni di quintali all’anno. La salina si può visitare, ma sempre su prenotazione e accompagnati da una guida. Il museo storico è invece aperto tutti i giorni d’estate ed è a ingresso gratuito.
Istituita nel 2000, la riserva naturale delle Saline di Priolo (anticamente note come Saline Magnisi dal nome della penisola attigua) si trova in provincia di Siracusa ed è gestita dalla Lipu che ha messo in atto diversi programmi per la tutela e il monitoraggio dell’avifauna (qui sono state osservate più della metà delle specie ornitiche della Sicilia e circa il 40 per cento di tutte quelle osservate ad oggi in Italia). Nel 2008 ha ricevuto il riconoscimento Oasi più bella d’Italia e si può visitare tutto l’anno previa prenotazione.
Si estendono per 1600 ettari in una zona delimitata dai comuni di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Selargius, Quartucciu e dal lungomare del Poetto e l’eccezionalità di questa area è data dalla presenza di bacini sia di acqua dolce che salata, separati da una piana arida chiamata Is Arenas. L’attività della salina è terminata nel 1985 per alcuni problemi di inquinamento delle acque, ma tre anni dopo è partito un progetto per il recupero dell’ecosistema di fondamentale importanza per l’avifauna, terminato poi nel 2005. Oggi Molentargius è un parco da vivere e di cui ammirare le tante specie di uccelli che lo popolano, in particolare un pellicano che, arrivato nel parco nel 2008, non è mai più ripartito e ha fatto di questo posto la sua casa.
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