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È incerto il destino dell’ultimo branco di lupi rossi del mondo
La reintroduzione del lupo rosso nella Carolina del Nord ha suscitato polemiche tra gli allevatori che lo considerano una minaccia per il bestiame.
Un tempo i lupi rossi (Canis rufus) cacciavano in gran parte degli Stati Uniti sud-orientali e i loro ululati riecheggiavano dalla Pennsylvania al Texas. Gradualmente però questi animali nel corso dell’ultimo secolo hanno iniziato a scomparire, decimati dalla caccia, dalla distruzione dell’habitat e dall’ibridazione con il coyote e il lupo grigio, fino ad essere ufficialmente dichiarato estinto in natura nel 1980.
Prima dell’estinzione alcuni esemplari furono catturati in Texas per portare avanti un programma di riproduzione in cattività. A partire dal 1987 sono stati reintrodotti in natura oltre cento lupi, l’unica popolazione selvatica del mondo, quelli che invece vivono in cattività sono circa 170, il lupo rosso è la prima specie statunitense ad essere stata reintrodotta con successo dopo l’estinzione allo stato selvaggio.
Eppure non tutti sono contenti del ritorno di questo superpredatore, nella Carolina del Nord è in corso un dibattito sulla sorte dell’animale che vede contrapposti i funzionari statali e federali, i cacciatori, i proprietari terrieri e gli ambientalisti. Gli allevatori accusano i lupi di aggredire il bestiame mentre secondo i cacciatori sono responsabili di cacciare troppa selvaggina e di sottrarre loro le prede.
Allevatori e cacciatori chiedono dunque allo stato di interrompere il programma di reintroduzione e di togliere ai lupi lo status di specie protetta in modo che possano essere cacciati se si introducono nei terreni privati.
Secondo i sostenitori dei lupi, come l’associazione Red Wolf Coalition, è improbabile che un numero così esiguo di lupi possa aver decimato le popolazioni di cervi e conigli, piuttosto è probabile che le prede abbiano modificato le proprie abitudini per adattarsi alo ritorno dei predatori.
Un conflitto minimo tra lupi e uomini è inevitabile, spiegano gli ambientalisti, visto che l’uomo ha preteso di occupare sempre più terreno per le proprie attività, ci sono tuttavia anche evidenti vantaggi ecologici ed economici, come il controllo naturale degli erbivori e l’eco-turismo.
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