Brasile. Viaggio tra dune, villaggi di pescatori e spiagge infinite

Ecco un Brasile diverso, fatto di ritmi lenti, di sole e di mare. Lontano dal turismo di massa e dalle solite cartoline, sicuro ed ospitale. Una faccia sorridente della nazione, della quale ci si può innamorare.

Dovette sembrare una distesa di sabbia e nulla più al primo europeo che qui poggiò il suo piede. Per questo lo chiamò Cearà, Sahara appunto. Ma questo Stato nel Nordest del Brasile offre molto di più. Una piacevole scoperta all’altezza dell’equatore, dove le temperature sono costanti tutto l’anno, la qualità della vita è buona e la natura è ancora padrona, lontana dal turismo di massa.

 

Un Paese di mare, dove ci si perde tra le sterminate spiagge di sabbia bianca e finissima, le lagune d’acqua dolce e i ritmi lenti, caldi, boriosi. A sud di Fortaleza, a circa un centinaio di chilometri, sorge Uruaù, villaggio di pescatori contornato da dune, da una splendida laguna di un blu che solleva lo spirito e da decine di chilometri di spiaggia che nei momenti di bassa marea crea dei giochi d’acqua incantevoli. Perfetto come base perché si trova esattamente a metà della Costa do Sol Nascente.

 

 

La spiaggia, l’oceano e gli orizzonti infiniti. Da qui ci si sposta verso nord, nella più grande Beberibe, che offre subito due delle attrazioni naturalistiche più famose della nazione. La Praia das Fontes e Morro Branco. La prima, lo si intuisce dal nome, è una spiaggia multicolore dalle innumerevoli fonti di acqua dolce che, scavando la roccia, creano docce e grotte naturali: nella grotta Acucena, raggiungibile solo quando il mare si ritira, ci si può dissetare di un’acqua rigenerante.

 

Morro Branco, soprannominato il Gran Canyon del Brasile, è un monumento nazionale, meta dei viaggiatori di tutto il mondo. La scogliera si tuffa direttamente nel mare e una volta scalata lo sguardo si perde nell’orrizzonte sconfinato, dove la mente e il cuore si placano dolcemente. Da qui si scende verso il labirinto naturale, dove si può godere di tutte le gradazioni di colore che vanno dal rosso, all’arancione, al giallo, al bianco. Opera del vento, del sole e dell’acqua che lavorano pazientemente da migliaia d’anni, e tutt’ora scolpiscono questo monumento mai completo.

Continuando verso la capitale si arriva nella cittadina di Cascavel, dove ci si sofferma nella spiaggia Barra Nova. Noleggiando un buggy, uno dei mezzi più utilizzati in questa parte del Paese, si può arrivare alla foce del Rio Chorò. Qui l’acqua dolce e salata si incontrano formando anse e colori sempre nuovi. Inoltrandosi nella foresta di palme e mangrovie e risalendo le dune, stupisce la visione delle cinque spiagge una accanto all’altra che, al tramonto, pennellano una scenografia che nulla ha di che invidiare ai film di Francis Ford Coppola.

 

Guardando verso sud, puntando verso una delle spiagge più famose in tutto il mondo e punto d’incontro di kiters e windsurfers, ci si inoltra verso l’interno, lasciando la costa almeno per un’istante. Qui il paesaggio cambia ancora una volta e cambia lo stile di vita della popolazione. Piccole comunità di fazenderos vivono al limite della civiltà, coltivando manioca, palma da cocco, il cajueiro (l’albero degli anacardi), mais e fagioli. Lunghe strade di terra battuta rossa tagliano a metà sconfinati latifondi, alcuni dei quali di proprietà degli stessi fazenderos. A Palmeira la comunità vive intorno alla piccola chiesa, alla scuola e al market, rifornitissimo. Tra strette di mano cordiali e una sincera ospitalità, si intuisce la profonda dignità e quel pizzico di curiosità della gente di qua.

Non solo natura. Si arriva così a Canoa Quebrada, la spiaggia più famosa del Cearà e quindi anche la più turistica. Un tempo piccolo villaggio di pescatori, è stata scoperta dagli hippies negli anni ’70, che la fecero conoscere nel resto del mondo. Qui si incontra la movida brasiliana, soprattutto nella coloratissima via principale, la Broadway, da vivere quando cala il sole. Nel centro della cittadina ci si può dedicare a qualche acquisto, tra prodotti di artigianato, raffinata arte locale e freschi e colorati capi d’abbigliamento.

 

La fine del mondo. Verso Ponta Grossa la costa cambia di colore decine di volte. Le falesie bianchissime riflettono i raggi del sole, mentre le dune sembrano voler toccare il cielo. In questo villaggio di sole 250 anime, tutte appartenenti alla stessa famiglia allargata, ci si lascia andare ai ritmi del Cearà. Raggiungibile via spiaggia solo con la bassa marea e ricchissimo di fonti d’acqua dolce, qui si vive seguendo i tempi delle maree. Un luogo nascosto, protetto alle spalle dalla costa e da dune alte decine di metri e di fronte da un’oceano smeraldo, dalle acque caldissime. Tra giornate di pesca e di siesta, tra cibo sano e mare, la vita scorre serena. Lo si vede scritto negli occhi di coloro che abitano questo angolo di mondo.

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