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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Quando si stacca una valanga da un pendio, prima dell’arrivo della neve si percepisce un forte spostamento d’aria. E se la montagna si chiama mobilità, allora la slavina – per una volta virtuosa – destinata a travolgere tutto e tutti è la propulsione elettrica. Resta solo da definire “l’identità” della massa d’aria… Ebbene, quel ruolo
Quando si stacca una valanga da un pendio, prima dell’arrivo della neve si percepisce un forte spostamento d’aria. E se la montagna si chiama mobilità, allora la slavina – per una volta virtuosa – destinata a travolgere tutto e tutti è la propulsione elettrica. Resta solo da definire “l’identità” della massa d’aria… Ebbene, quel ruolo spetta agli investimenti che i più importanti costruttori d’auto stanno sostenendo in vista dello sviluppo di una rete di ricarica capillare, tale da rendere possibile viaggiare a batteria sulle lunghe distanze.
Il Gruppo Daimler AG, cui fanno capo i marchi Mercedes-Benz e smart, ha presentato nel 2016, in occasione del Salone dell’auto di Parigi, la divisione EQ (Electric Intelligence), dedicata alla mobilità del futuro per quanto riguarda sia le auto sia i servizi a esse collegati; ad esempio lo stoccaggio d’energia, il car sharing, la guida autonoma e la connettività tra veicoli e infrastrutture. Un progetto ambizioso che prelude al debutto di un inedito modello elettrico nel 2020 e, complice la disponibilità di una piattaforma specifica in alluminio e carbonio, anticipa la nascita di un’intera famiglia di vetture a batteria. Un “castello” in costruzione cui rischiavano di mancare le fondamenta, vale a dire una rete di ricarica in grado di supportare il fabbisogno energetico della futura generazione di auto. Un pericolo che a Stoccarda vogliono scongiurare rapidamente.
Daimler è tra i costruttori che hanno siglato un accordo per realizzare 400 stazioni di ricarica con una potenza sino a 350 kW lungo le principali autostrade europee. Ora, però, il Gruppo tedesco raddoppia il proprio impegno per la creazione di una capillare infrastruttura elettrica investendo nella californiana ChargePoint, uno dei principali gestori di colonnine degli Stati Uniti. L’iniezione di capitali tedeschi, parte di una raccolta globale quantificata in 82 milioni di dollari, prevede un’espansione in Europa grazie alla creazione di un network aderente agli standard CCS (Combined Charging System) in dotazione ai principali provider di energia, quindi con connettori compatibili con la maggior parte dei modelli elettrici attuali e di futura generazione.
ChargePoint, forte di una rete di 33mila punti di ricarica e di 7mila stazioni concentrate nel Nord America, ha allo studio un sistema di rigenerazione ultraveloce dell’energia delle batterie, in grado di operare a 400 kW. Uno step considerato sinora fantascientifico e che rientra nel più vasto progetto di mobilità a zero emissioni ideato dal Gruppo Daimler. Un orizzonte in vista del quale sono già stati stanziati investimenti nell’ordine dei dieci miliardi di euro e che, come accennato, porterà entro il 2025 ad avere sul mercato una decina di modelli a batteria, dei quali tre appartenenti al brand smart. La “valanga” elettrica è in arrivo.
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