Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa vince le elezioni. Violente le manifestazioni di protesta

Dopo le dimissioni di Mugabe, dittatore che ha governato per quasi 40 anni, i cittadini dello Zimbabwe hanno votato per eleggere il nuovo presidente. L’inizio di una nuova era, o forse no.

Il presidente uscente Emmerson Mnangagwa, leader dello Zanu-Pf, ha vinto le elezioni in Zimbabwe. Su 210 seggi in parlamento, il suo partito ne ha conquistati 145, a differenza del Movimento per il cambiamento democratico che finora ne ha ottenuti 60; ne restano solo 2 da assegnare. Mnangagwa è riuscito in questo modo ad aggiudicarsi due terzi della maggioranza, necessari per eventuali modifiche costituzionali.

Leggi anche: La fine di Robert Mugabe, il dittatore dello Zimbabwe per oltre 37 anni

Emmerson Mnangagwa elezioni Zimbabwe
Un poster di Mnangagwa è stato incollato sopra un murales raffigurante il predecessore Mugabe, rimasto al potere per oltre 37 anni © Dan Kitwood/Getty Images

È da quasi 40 anni che non c’erano elezioni in Zimbabwe

Si tratta delle prime elezioni da quando il dittatore Robert Mugabe, che ha “regnato” per oltre 37 anni, è stato costretto alle dimissioni dall’esercito che ha preso potere il 16 novembre 2017. Mnangagwa, che in precedenza era stato sollevato dall’incarico di vicepresidente innescando la crisi politica, è poi subentrato alla guida del governo.

Per la prima volta sono stati ammessi osservatori esteri

Più di cinque milioni di abitanti si sono registrati per votare. “La gran parte delle persone vive nelle aree rurali e dal 1980 vota per il partito di maggioranza, tutti sapevano che il loro sarebbe stato il voto decisivo”, spiega Haru Mutasa, corrispondente di Al Jazeera. A differenza delle precedenti, queste elezioni si sono svolte in un clima più tranquillo ed è la prima volta dal 2002 che viene ammessa la presenza di osservatori dall’Europa e dagli Stati Uniti.

Un soldato colpisce un manifestante per le strade della capitale Harare. Gli oppositori del partito di maggioranza contestano il risultato delle elezioni, ritenendolo falsato © Zinyange Auntony/AFP/Getty Images
Un soldato colpisce un manifestante per le strade della capitale Harare. Gli oppositori del partito di maggioranza contestano il risultato delle elezioni, ritenendolo falsato © Zinyange Auntony/AFP/Getty Images

L’accusa di brogli e le manifestazioni di protesta

“Siamo molto soddisfatti. È evidente che gli abitanti dello Zimbabwe hanno riposto la loro fiducia nel nostro partito e faremo tutto il possibile per realizzare i loro desideri”, ha dichiarato il portavoce dello Zanu-Pf, Nick Mangwana. L’opposizione non è dello stesso parere: l’accusa è che il risultato non rispecchi affatto “la volontà del popolo”, ma sia frutto di una manipolazione. Per questo sono tuttora in corso violente manifestazioni di protesta e nella capitale la polizia ha aperto il fuoco sulla folla uccidendo un uomo. Con le dimissioni di Mugabe si è senz’altro concluso un capitolo nella storia dello Zimbabwe, ma non sembra esserci un vero cambio di direzione: è da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza nel 1980 che lo stesso partito è al potere.

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