Editoriale

I menù delle mense universitarie devono essere più vegetali

Con la campagna MenoPerPiù, Essere Animali chiede meno carne e più vegetali nelle mense universitarie. Una scelta per l’ambiente e per la salute.

Mentre frequentavo l’università, ricordo di aver pensato spesso a quanto fosse inadeguato il menù della mensa. A lezione parlavamo della corretta alimentazione — studiavo biologia applicata alle Scienze della nutrizione —, poi andavo a pranzo e trovavo tutt’altro. Tra i primi e i secondi proposti ogni giorno l’unica opzione vegetale era rappresentata dalla pasta e dal riso, in bianco o al pomodoro, e dal banco dei contorni, peraltro sempre uguali tutto l’anno. Un’offerta poco adatta non solo per le persone vegane o vegetariane, ma anche se confrontata con le indicazioni della comunità scientifica internazionale, che raccomanda di preferire i legumi come fonte proteica, sia per l’ambiente che per la salute.

legumi vegetali
La comunità scientifica internazionale raccomanda di preferire i legumi come fonte proteica a base di vegetali © iStockphoto

Meno carne, più vegetali

Sono trascorsi alcuni anni, abbiamo raggiunto una maggiore consapevolezza circa l’urgenza di cambiare rotta, ma la pausa pranzo di milioni di studentesse e studenti non è migliorata un granché. Nella maggior parte delle mense universitarie il menù è uguale da decenni: carne tutti i giorni, spesso anche di varietà diverse, e un’offerta di proteine vegetali che si limita ai ceci sconditi nel banco delle insalate.

C’è un divario tra il cibo servito e le esigenze della popolazione studentesca, sempre più attenta alla questione ambientale, e per questo abbiamo deciso di intervenire. A settembre abbiamo fatto un esperimento con l’Università di Firenze, proponendo un menù interamente vegetale per 250 persone nella mensa di Novoli e calcolando l’impatto ambientale delle nostre ricette, rispetto alle originali previste. Abbiamo risparmiato il 75 per cento di emissioni, pari a 439 kg di CO2eq (tre volte quanto il consumo di un’automobile per coprire la tratta Reggio Calabria-Bolzano) e il 33 per cento d’acqua, vale a dire oltre 145mila litri (il consumo annuale di duecento persone).

carne in mensa
Nella maggior parte delle mense universitarie il menù propone carne tutti i giorni © iStockphoto

Ora pensiamo in grande: in Italia ci sono 86 istituzioni universitarie — telematiche escluse — per un totale di 1,8 milioni di iscritti (dati 2021/22). Cosa succederebbe se ogni giorno tutte queste persone potessero trovare facilmente in mensa dei piatti a base di legumi, buonissimi ed economici?

La campagna MenoPerPiù

Con il nostro progetto MenoPerPiù, a inizio ottobre abbiamo lanciato una campagna per chiedere che almeno il cinquanta per cento dei menù universitari diventi vegetale. Riteniamo fondamentale il coinvolgimento degli studenti: saranno loro, firmando il nostro appello, a chiedere ai responsabili della loro università di agire, dimostrando alle amministrazioni che questa istanza è forte, urgente e partecipata tra i giovani. Noi ci occuperemo di tutto il resto, dalle relazioni istituzionali alla formazione del personale di cucina con ricette buone, facili e in linea con i costi del servizio. Insieme, possiamo costruire delle mense universitarie attente all’ambiente, alla salute e alle scelte di tutti.

L’appello alle università si può firmare a questo link.

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