Una nuova ricerca sul sonno degli animali mostra come l’ambiente collettivo influenzi il ritmo di sonno e veglia degli esseri viventi.
Maschi che si comportano da stupidi, canti, danze, regali d’amore. Ah, parliamo di uccelli
Il maschio si comporta in modo stupido per impressionarla Amotz e Avishag Zahavi nello splendido libro Il principio dell’handicap ne elencano una miriade, di rituali di corteggiamento, di mille generi e specie. Il titolo proviene dall’handicap – un comportamento stupido e faticoso, provocatorio, apparentemente insensato e rischioso – di cui il maschio si fa carico
Il maschio si comporta in modo stupido per impressionarla
Amotz e Avishag Zahavi nello splendido libro Il principio dell’handicap ne elencano una miriade, di rituali di corteggiamento, di mille generi e specie. Il titolo proviene dall’handicap – un comportamento stupido e faticoso, provocatorio, apparentemente insensato e rischioso – di cui il maschio si fa carico solo per dimostrare alla femmina di essere sufficientemente forte da poterselo permettere. Quasi un’etologia della sbruffoneria!
Gli studiosi si soffermano molto sul regno degli uccelli.
L’uccello del paradiso (famiglia Paradisaeidae), durante il corteggiamento, si appende a un ramo a testa in giù battendo le ali e dispiegando le penne ornamentali. Le allodole maschio (Alauda arvensis) si librano nel cielo per cantare la serenata, poi piombano giù in una picchiata mozzafiato frenando solo all’ultimo. Il gallo cedrone (Tetrao urogallus Linnaeus), dopo essersi scontrato con tutti gli altri maschi (nella stagione degli amori diventa talmente aggressivo che attacca anche gli uomini pensando che siano rivali d’amore) salta, vola, apre le ali e canta in posizioni contortissime. I maschi di fregata delle Galapagos (Fregatidae) gonfiano un impressionante petto rosso. Quando una femmina di pavone (Pavo cristatus Linnaeus), mentre il maschio fa la ruota, si avvicina a un maschio per esaminarne il ventaglio, questi si gira voltandole le terga, cioè la parte non decorata della coda. Una femmina che non si prende la briga di aggirare il maschio non è interessata ad esaminare il suo vessillo di penne e quindi probabilmente non è neanche interessata ad accoppiarsi. È stato dimostrato che i pavoni dalla coda più lunga e folta generano pulcini più forti e più svegli.
Sesso in cambio di pietruzze
Gli uccelli giardiniere (passeriformi, Ptilonorhynchidae Gray) allestiscono una sorta di palcoscenico davanti al nido con tutto ciò che di più colorato trovano in giro: uno studioso del Maryland, Gerald Borgia, censì centinaia di “palchi” con tappi di bottiglia, frammenti di vetro, pezzi di plastica; le femmine visitano le diverse “case” e s’appartano con l’arredatore più estroso!
Un atteggiamento non insolito, nelle specie aviarie. Le pinguine dell’Antartico (Pygoscelis adeliae) offrono sesso in cambio delle pietruzze per costruirsi il nido. Anziché scavare il suolo della banchisa col becco o rubare sassi ad altri uccelli, lasciano il loro compagno e vanno in cerca di qualche maschio solitario. Se quello mostra interesse, si mettono in posizione prona invitandolo a un rapporto, quindi prendono col becco una pietruzza. Le femmine più scaltre riescono a ottenere i sassi senza concedersi, semplicemente mostrando le grazie al maschio. Con questo sistema una pinguina riesce a raccogliere in poco tempo una sessantina di pietruzze.
Le femmine sono sempre attratte dallo sfoggio di colori. Una ricerca di una quindicina d’anni fa lo dimostra clamorosamente. Gli studiosi sono soliti dotare gli esemplari studiati di anellini di riconoscimento alle caviglie delle zampine. Durante una ricerca pluriennale, l’ornitologa Nancy Burley scoprì che gli esemplari (fortunatissimi) di diamante mandarino (Taeniopygia guttata Vieillot) che avevano un anellino rosso, avevano più successo riproduttivo. Per giunta, le femmine tendevano a snobbare i maschietti (sfortunati) con anelli verdi o di altri colori. Qui si può solo far notare che il becco dei maschi di questa specie è brillantemente colorato di rosso, ed è già noto che le femmine prediligono il carattere “becco-rosso” ben marcato. L’ipotesi formulata è che l’anellino titillasse la naturale tendenza a preferire maschi molto ornati…
Canti e cinguettii per stabilire l’armonia
Molte specie si scambiano, durante il corteggiamento, canti e vocalizzi. Per richiamo o, ancor più suggestivamente, per verificare la sincronia, l’accordo, l’armonia con il possibile partner.
Parrebbero simili alcune strategie femminili negli uccelli che praticano i duetti, scoperte da Wolfgang Wickler studiando i canti dell’averla nera (Laniarius funebris, un passeriforme che vive in Africa): “Abbiamo seguito varie specie per dieci anni registrando e analizzandone i canti alla ricerca di un significato. Siamo giunti alla conclusione che ripetono semplicemente in continuazione la stessa strofa. Questi duetti però avvengono solo tra monogami che vivono in coppia fissa. Secondo noi si tratta di un apprendimento che obbliga il maschio a impegnare tempo ed energia per la conquista della femmina. La quale, infatti, non permette l’accoppiamento se prima il maschio non ha imparato a duettare con lei. Una specie di fidanzamento destinato a creare le condizioni per un matrimonio duraturo”. Se infatti dopo l’accoppiamento il maschio se n’andasse a cercare un’altra femmina, dovrebbe trascorrere un altro, lungo periodo a imparare un nuovo canto prima di accoppiarsi.
Dal ballo romantico a camminare sull’acqua
Le danze degli uccelli hanno da sempre affascinato gli studiosi, gli artisti, i musicisti e i fotografi.
I balli più celebri e romantici sono delle gru, che danzano in coppia ad ali aperte, e dei cigni: maschio e femmina si fronteggiano e il primo comincia a immergere la testa sott’acqua ritmicamente. Se lei gradisce l’approccio, fa lo stesso movimento, che via via si sincronizza con quello del compagno. Il messaggio sottinteso è: “Sono in grado di pescare per te dal fondo dello stagno le piante acquatiche da mangiare”. Quando uno dei due riemerge con vere foglie nel becco, vuole dire che la prova è finita e che l’amore tra i due può sbocciare.
Ma le danze sono diffusissime ovunque. Tra i galli forcelli i maschi si affrontano in gare di girotondo mentre le femmine stanno a guardare, fra tortore e colombi, i maschi si gonfiano e tubano, facendo ripetuti inchini e i maschi neri dell’uccello fucile di Victoria (Ptiloris victoriae) quasi abbracciano le loro femmine, che son di colore diverso, sull’arancione.
Le danze sono un’esibizione di prestanza, un modo per impressionare la femmina, ma forse anche un modo per testare la sincronia e la predisposizione a rispondere. In questo senso va una recente scoperta sull’astride testa blu (Uraeginthus cyanocephalus) in nuovo studio pubblicato su Nature Scientific Reports. Gli studiosi già sapevano che i maschi dei passeriformi saltellano e cantano durante il corteggiamento. Un nuovo video girato ad altissima velocità (più di 300 fotogrammi al secondo) da Masayo Soma dell’Università di Hokkaido mostra un comportamento finora sconosciuto ai ricercatori: sia i maschi che le femmine di Uraeginthus cyanocephalus corteggiano il partner tenendo nel becco un pezzo di materiale con cui costruire il nido, dopodiché saltellano e cantano: eseguono una danza molto simile al tip tap, invisibile a occhio nudo.
Identica anche la funzione dei frenetici battiti di zampe degli svassi, in primavera, durante la stagione degli amori.
Lo svasso cigno occidentale e lo svasso cigno di Clark (le due specie del genere Aechmophorus diffuse nell’America del nord) attuano un complicato rituale in cui, in due alla volta, corrono sull’acqua anche per 20 metri impiegando circa sette secondi. Sono i vertebrati più grandi ad avere questa capacità: uno studio pubblicato su Journal of Experimental Biology rivela che per sfidare la gravità adottano un’andatura battendo sull’acqua 20 passi al secondo con i piedi allargati, con forza e a grande velocità.
Farsi i dispetti per verificare la pazienza dell’altro
Qui invece si parla di conferma del legame, un altro meccanismo universale attuato, consapevolmente o meno, dalle donne. Di molte specie.
Un esempio commovente è la femmina di bucero (Bucerotidae Rafinesque), uccello indiano simile al tucano, che si mura dentro il nido con fango e pagliuzze per deporre le uova e fino alla nascita dei piccoli. Per quattro mesi il maschio sfama da solo tutta la famiglia. Lo si può vedere sul ramo, con la testa appoggiata al tronco come a voler sentire ciò che succede dentro… Quando le porge un pezzetto di frutta, lei lo rifiuta, glielo ripassa, e così via. Spesso lui deve insistere parecchio, finché lei l’accetta. Lei sta “verificando il legame”, misurando la fedeltà del malcapitato marito e rafforzando il rapporto di coppia (in gergo scientifico, si chiama “verifica del legame”).
Impressionare la donna con regalini luccicanti e disposti con gusto
Gli studiosi sono attratti dagli uccelli giardinieri perché dimostrano chiaramente l’importanza della selezione sessuale, il meccanismo evoluzionistico che spiega la permanenza di tratti maschili appariscenti quali il canto, i colori sgargianti, le corna. I maschi non aiutano la femmina a costruirsi un nido, e neppure a covare le uova o allevare i pulcini: tutto quello che danno sono i loro geni. Per questo le femmine sono pignole nella scelta del maschio.
Gli uccelli giardinieri vengono studiati anche perché sono molto simili all’uomo. Il biologo Jared Diamond li ha definiti “i più umani fra gli uccelli”. Sanno costruire rifugi che sembrano case di bambole, disporre fiori, foglie e funghi in modo davvero artistico; alcuni riescono a intonare sia la parte maschile che quella femminile dei duetti di un’altra specie, altri a imitare il verso del kookaburra o il rumore di una motosega. Sanno tutti danzare e uccidono scarabei solo per esporli davanti al nido. Gli esseri umani sono l’unica altra specie nota per utilizzare gli animali a questo scopo.
Considerati tutti questi talenti alcuni ricercatori arrivano ad attribuire agli uccelli giardinieri una sensibilità estetica e un vago senso culturale, tratti che è raro trovare in altre specie all’infuori della nostra. “Sono le femmine a fare da giudici”, ricorda l’ornitologo Brett Benz… per l’ennesima volta.
L’etologia
Lo studio del comportamento degli animali comparato a quello umano, il cui pioniere Konrad Lorenz s’è meritato il premio Nobel nel 1973, si è rivelato foriero di interessantissime scoperte. L’etologia sta dimostrandosi capace di decodificare efficacemente i comportamenti umani, le logiche evolutive, i linguaggi, le relazioni tra noi e il mondo, i nostri atteggiamenti culturali. Le nostre più alte prestazioni intellettuali, il pensare, il conoscere, l’imparare, sono il risultato di un processo evolutivo complesso e si manifestano anche in altre forme del mondo animale. Viceversa, molti meccanismi che gli etologi scorgono un po’ in tutti i gradi della scala zoologica si ritrovano puntualmente in noi.
Un approccio prospettico foriero di nuovi, continui progressi, che ci mostra il mondo come una trama fittissima di relazioni tra esseri viventi, con disegni comuni e manifestazioni disparatissime.
Gli studiosi più celebri sono, dopo Konrad Lorenz, Irenäus Eibl-Eibesfeldt, Julian Huxley (il primo direttore dell’Unesco), Jane Van Lawick-Goodall, Dian Fossey, Desmond Morris, Gerald Durrell, Amotz e Avishag Zahavi. Hanno notevoli meriti nel mettere a fuoco i nuovi compiti dell’etologia Niko Tinbergen, John H. Crook e il premio Pulitzer Edward O. Wilson. In Italia, provenienti da percorsi accademici diversi, hanno guadagnato fama anche di ottimi divulgatori Danilo Mainardi, Giorgio Celli, Enrico Alleva.
Gli etologi possono essere impegnati sul campo per preservare l’esistenza delle singole specie o con studi di supporto in biologia, psicologia, antropologia e sociologia. Insomma, ci aiutano a leggere meglio la realtà naturale. Che è la nostra realtà. Anche in amore.
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