
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
Una mappa del Guardian mostra come l’inquinamento dell’aria in Europa sia diffusissimo. La Pianura Padana tra le aree peggiori in assoluto.
L’Europa è talmente inquinata che praticamente la totalità della popolazione del Vecchio Continente respira aria con livelli di agenti tossici che superano i limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. A riferirlo è un articolo del quotidiano inglese The Guardian, che si basa su dati forniti da una serie di ricercatori.
Tra questi, Roel Vermuelen, docente di epidemiologia ambientale dell’università di Utrecht, che ha coordinato l’analisi, alla quale ha lavorato una squadra di ricercatori con sede in tutta Europa. Che ha rilevato in particolare i dati relativi alle polveri sottili più piccole, le PM2.5, capaci di penetrare nel sangue, e dunque molto pericolose per la salute. Si tratta infatti di sostanze che possono generare molteplici patologie: tumori, malattie cardiache, polmonari e diabete.
Il lavoro ha permesso di ottenere una mappa interattiva delle aree più inquinate d’Europa. I dati, colorati di viola scuro nelle zone nelle quali la situazione è peggiore, sono di immediata lettura. Senza sorprese, l’aria risulta estremamente inquinata soprattutto in un’ampia fascia che abbraccia l’Europa dell’Est, a partire dalla Polonia, a nord, fino a Serbia, Macedonia del Nord e Bulgaria, a sud.
Ma particolarmente grave è la situazione dell’Italia. Se tassi di inquinamento superiori a ciò che l’Oms indica come salubre sono presenti un po’ ovunque lungo la penisola, a confermarsi invivibile è l’intera Pianura Padana, dal Piemonte al Friuli Venezia-Giulia. Pressoché l’intera Lombardia e buona parte di Veneto ed Emilia-Romagna sono quasi nere nella mappa.
Ma a preoccupare è, appunto, il fatto che in Europa quasi nessuno si salva. I dati – che oltre a 1.400 punti di rilevamento sparpagliati nel continente, si basano anche su osservazioni satellitari – indicano che il 98 per cento della popolazione europea vive in zone che presentano livelli di polveri sottili giudicati molto pericolosi. Basti pensare che si attribuiscono ad essi circa 300mila decessi all’anno in Europa.
Complessivamente, circa 30 milioni di europei vivono in zone nelle quali la concentrazione di PM2.5 è almeno quattro volte superiore alle soglie. I Germania, ad esempio, il problema riguarda addirittura il 75 per cento della popolazione.
https://x.com/owen_g/status/1704449702182171078?s=20
A pesare sono i soliti noti: le grandi industrie, i tubi di scappamento delle auto con motore a scoppio, i riscaldamenti. E, più, in generale, la combustione di fonti fossili (carbone, petrolio e gas), dalle quali occorrerebbe affrancarsi per rispettare gli impegni climatici assunti a livello internazionale, ma che continuano ad essere pervicacemente sfruttate, finanziate e sostenute da aziende e governi di tutto il mondo.
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