Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Plastica monouso vietata dal 2021, il Parlamento europeo vota sì
Il divieto di utilizzo di alcuni prodotti in plastica usa e getta è stato approvato dal Parlamento europeo. Rappresentano il 70 per cento dei rifiuti marini.
A partire dal 2021 in Europa sarà vietata la vendita di articoli in plastica monouso, come posate, cotton fioc, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini.
I deputati del Parlamento europeo – 560 voti favorevoli, 35 contrari e 28 astensioni – hanno confermato il loro appoggio alla proposta della Commissione e hanno aggiunto all’elenco delle materie plastiche vietate anche gli articoli di plastica ossi-degradabili, come sacchetti o imballaggi e i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.
“Questa legislazione ridurrà il danno ambientale di 22 miliardi di euro, il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa fino al 2030. L’Europa dispone ora di un modello legislativo da difendere e promuovere a livello internazionale, data la natura globale del problema dell’inquinamento marino causato dalle materie plastiche. Ciò è essenziale per il pianeta”, ha detto la relatrice Frédérique Ries.
Riciclare il 90% delle bottiglie di plastica
Secondo la Commissione europea oltre l’80 per cento dei rifiuti marini è costituito da plastica. I prodotti soggetti alle misure della Commissione e del Parlamento Ue costituiscono il 70 per cento di tutti i rifiuti marini.
Entro il 2025 gli Stati membri dovranno ridurre del 25 per cento il consumo dei prodotti in plastica per i quali oggi non esistono alternative, parliamo di scatole monouso per hamburger e panini e i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati. Entro il 2029 le bottiglie per bevande dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90 per cento. Inoltre, le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25 percento di contenuto riciclato entro il 2025 e il 30 per cento entro il 2030. Le nuove norme stabiliscono inoltre l’obbligo di etichette con informazioni sull’impatto ambientale di filtri di sigarette, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.
Gli Stati membri dovrebbero elaborare piani nazionali per incoraggiare l’uso di prodotti adatti all’uso multiplo, il riutilizzo e il riciclo.
Nel mirino i mozziconi di sigaretta e gli attrezzi da pesca smarriti
L’accordo rafforza l’applicazione del principio “chi inquina paga”, introducendo una responsabilità estesa per i produttori. I produttori di tabacco dovranno farsi carico dei costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio.
Un mozzicone di sigaretta può inquinare tra i 500 e i 1000 litri d’acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. Il Parlamento ha così deciso di ridurre i mozziconi di sigaretta del 50 per cento entro il 2025 e dell’80 per cento entro il 2030.
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Altro annoso problema sono gli attrezzi da pesca smarriti o abbandonati in mare, come le reti, i fili da pesca o le cime che rappresentano il 27 per cento dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee. Gli stati membri dovrebbero garantire che almeno il 50 per cento di questi venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15 per cento entro il 2025.
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