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Nasce la prima Fiera del Consumo critico, a Milano. Ne parliamo con Massimo Acanfora, uno degli ideatori e organizzatori di una iniziativa che offre proposte concrete per diventare consumatori consapevoli.
Massimo Acanfora, 37 anni, giornalista, redattore di “Terre di mezzo” dal 1997. Si occupa soprattutto di consumo critico, stili di vita, sociale; è autore della guida omonima. E’ tra gli ideatori e gli organizzatori della fiera “Fa’ la cosa giusta!”, che si terrà a Milano il 13 e 14 Marzo 2004 presso lo Spazio SuperstudioPiù in via Tortona 27 (MM P.ta Genova). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui per conoscere più da vicino questa iniziativa così in sintonia con lo spirito di LifeGate
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“Fa’ la cosa giusta”… è un chiaro invito al pubblico per diventare consumatori consapevoli. Quali sono le proposte concrete che volete far conoscere?
La sfida di “Fa’ la cosa giusta!” è veicolare l’idea che già oggi si possono applicare nel quotidiano le “buone pratiche” del consumo critico. Vogliamo far sapere che a Milano chiunque può fare la spesa con un gruppo d’acquisto o nelle botteghe del commercio equo, aprire un conto etico, programmare vacanze di turismo responsabile, iscriversi al car sharing e così via. Le 100 fra associazioni, cooperative, aziende di “Fa’ la cosa giusta!” costituiscono una “massa critica” tutta da scoprire, insieme a seminari e dibattiti, cibo bioequo e musica.
Quali di queste iniziative sta trovando un maggior favore del pubblico?
Gli ultimi mesi hanno visto l’esplosione dei gruppi d’acquisto, famiglie e singoli che si organizzano collettivamente per acquistare beni di qualità (biologici ad esempio) a un prezzo ragionevole e soprattutto per creare forme di socialità nuove legate alla “spesa” meno impersonali del sabato al centro commerciale.
Che cosa vi proponete con questa Fiera del Consumo critico? Quali sono i vostri obiettivi?
L’obiettivo dichiarato è di offrire al pubblico “un altro mondo possibile” e in particolare un altro modo di consumare, che noi definiamo critico, vale a dire alternativo (ad esempio ai prodotti delle multinazionali), consapevole e responsabile (verso l’ambiente, i lavoratori, il Sud del mondo) e sobrio, cioè con il minimo di sprechi).
Come sono collegati tra loro il giornale di strada “Terre di mezzo” e l’idea di questa fiera?
“Terre di mezzo” lavora da anni sugli stili di vita e forse per primo ha raccontato questo mondo nei dettagli. Non solo le produzioni ma anche i “cantieri” in cui le idee nascono e si sviluppano. Un esempio di questa attenzione sono le guide “Fa’ la cosa giusta!”, già pubblicate a Milano, Roma e Piemonte e Val d’Aosta, un vero e proprio compendio delle possibilità di consumo critico quotidiano, oggi quasi il “catalogo” di questa fiera. L’associazione “Insieme nelle terre di mezzo” si incarica di estendere questa attenzione oltre il campo editoriale.
Da sette anni lavori nella redazione di terre di mezzo. Cosa hai imparato, sul piano umano e personale, da questa esperienza?
Ho imparato a fare il giornalista. Ma -spero- non solo dal punto di vista tecnico. Fare il giornalista a Terre di mezzo significa scoprire le “città nascoste” e gli altri luoghi che raccontiamo con sorpresa, partecipazione e rigore professionale.
Che cosa è per te la felicità?
Per me!? La felicità è stare con le persone a cui voglio bene.
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