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A pochi giorni dalle elezioni europee, Facebook ha chiuso 23 pagine che diffondevano fake news a sfondo politico. La metà sosteneva Lega e Movimento 5 stelle.
Facebook ha chiuso 23 pagine italiane con circa 2,5 milioni di fan complessivi che condividevano false notizie, bufale, messaggi d’odio contro migranti ed ebrei o avevano cambiato nome per diventare canali di diffusione di contenuti a sfondo politico. Alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio, il provvedimento è stato preso in seguito ad un’indagine di Avaaz, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei cittadini. Oltre la metà di queste pagine, che negli ultimi tre mesi avevano generato oltre 2,44 milioni di interazioni, era a sostegno di Lega e Movimento 5 stelle.
In particolare, la pagina più attiva era Vogliamo il Movimento 5 stelle al governo, chiamata inizialmente “Bombe sexy”, con quasi 130mila follower. Fra le varie fake news, aveva erroneamente attribuito allo scrittore Roberto Saviano la citazione: “Sinceramente preferisco salvare i rifugiati e i miei fratelli clandestini, che aiutare qualche terremotato italiano piagnucolone e viziato”. Gli amministratori avevano inoltre pubblicato una fotografia dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi in compagnia del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, affermando che i due avessero preso accordi “per censurare internet”.
La pagina più attiva a sostegno della Lega era invece Lega Salvini premier Santa Teresa di Riva, precedentemente nota come associazione di un gruppo di allevatori di Messina. Sul profilo era stato condiviso un video che ha ormai dieci milioni di visualizzazioni e mostra dei migranti intenti a distruggere un’auto dei carabinieri, ma in realtà è la scena di un film.
Fra le altre pagine chiuse da Facebook troviamo I valori della vita che, con oltre 1,5 milioni di follower, si presentava come generica pagina di lifestyle, ma era parte di una rete che riportava più volte al giorno i contenuti del sito di click-baiting leggilo.org.
Ci sono anche molti siti non ufficiali a sostegno dei partiti di governo tra le 23 pagine chiuse da #Facebook perché diffondevano notizie false e contenuti che istigavano all’odio#Avaaz #FakeNews pic.twitter.com/KvmzNYhXln
— Tg3 (@Tg3web) 13 maggio 2019
“Tutto questo è l’ennesima prova che esistono reti che condividono informazioni false allo scopo di alimentare odio e divisioni, proprio in vista delle elezioni europee”, ha dichiarato Christoph Schott, direttore della campagna di Avaaz. “Facebook ha fatto un buon lavoro nel chiudere queste pagine, ma il fatto che un’azienda multi-miliardaria debba appoggiarsi a un’inchiesta finanziata dal basso per difendere la democrazia in Europa la dice lunga. Deve fare di più, e deve farlo con urgenza”: secondo l’ong, ci sarebbero almeno altre ottanta pagine da chiudere. “Ringraziamo Avaaz per aver condiviso le ricerche affinché potessimo indagare. Siamo impegnati nel proteggere l’integrità delle elezioni nell’Unione europea e in tutto il mondo”, ha risposto un portavoce dell’azienda di Zuckerberg.
The Avaaz team just helped bust a massive #disinformation network in Europe ahead of the #EUElections2019. Check out the @nytimes exclusive!!https://t.co/FmmaMIiI4I pic.twitter.com/pOReBH0jI2
— Avaaz (@Avaaz) 12 maggio 2019
Sembrerebbe quindi che il clima alla vigilia delle votazioni del 26 maggio sia simile a quello che ha preceduto le presidenziali americane del 2016, quando l’engagement degli utenti nei confronti delle “bufale” riguardanti i due candidati (Hillary Clinton e Donald Trump) era triplicato.
Come riportato dal New York Times, analisti dell’Ue hanno rivelato che una costellazione di siti e profili russi o di estrema destra stanno diffondendo notizie false per alimentare il malcontento e la sfiducia nei partiti centristi che hanno governato per decenni. In Italia, ad esempio, alcuni siti estremisti recano le stesse firme elettroniche di testate vicine al Cremlino.
L’obiettivo della Russia sarebbe quello di indebolire le istituzioni occidentali e “screditare la democrazia stessa. Stanno lavorando per distruggere tutto quello che è stato costruito dopo la Seconda guerra mondiale”, secondo Daniel Jones, analista. Si tratta senz’altro di un “buon momento” per provarci, data l’ascesa del populismo nell’Unione europea.
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