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Permettere agli agricoltori di essere protagonisti del proprio sviluppo, questo è l’obiettivo del commercio equo o fairtrade. Alce Nero racconta come sostiene questa forma di economia alternativa durante una tavola rotonda a Milano.
Comprare è diventato un gesto insito nella nostra quotidianità, una cosa che facciamo spesso in maniera automatica, quasi inconscia. In realtà, tutte le volte che mettiamo mano al portafoglio partecipiamo attivamente a quella rete gigante di transazioni che è l’economia, un sistema ormai globalizzato che governa ogni aspetto della nostra vita. Ad esempio, quando scegliamo di comprare prodotti etici mandiamo un segnale ai mercati, cioè che riteniamo che il rispetto per le persone e per l’ambiente siano valori importanti: questa intuizione è alla base del commercio equo, fairtrade in inglese, una forma di relazione economica più vantaggiosa per gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, il cosiddetto Sud del mondo.
Sono passati quasi 40 anni dall’adesione di sette villaggi nello stato di Oaxaca, in Messico a un’iniziativa per ottenere prezzi migliori per i contadini e da quel seme è nato un sistema economico alternativo che garantisce ai produttori le risorse economiche per uscire dalla povertà e investire nello sviluppo sostenibile. Questo mercato, certificato dal marchio internazionale Fairtrade e che l’anno scorso ha generato un fatturato di 8,5 miliardi di euro a livello globale, è conosciuto in Italia come commercio equo. Continua a crescere grazie all’impegno di tutti gli attori della filiera, dai produttori ai consumatori, passando per le aziende che hanno deciso di sposare la causa certificando i propri prodotti, come fa Alce Nero, eccellenza italiana del biologico.
Per capire meglio cos’è il commercio equo e perché molti prodotti Alce Nero – come cacao e zucchero ma anche caffè, cioccolato, frollini, bevande di riso e tè verde – sono certificati Fairtrade, si terrà l’evento Una colazione giusta il 14 dicembre a Milano, presso Fusillo lab. Una tavola rotonda moderata da LifeGate che non è aperta al pubblico ma che racconteremo sui nostri canali social e che vedrà diverse realtà a confronto. Benedetta Frare, responsabile comunicazione Fairtrade Italia, racconta i territori, i diritti dei lavoratori e come vengono tutelati il tessuto sociale e lo sviluppo delle comunità locali. Di Alce Nero saranno presenti Chiara Marzaduri, responsabile comunicazione, e Paola Munforte, responsabile prodotto, per parlare di come i principi dell’agricoltura biologica e del commercio equo includano uno sviluppo positivo del tessuto economico, sociale e ambientale del territorio in cui agiscono. Infine, le blogger Lidia Forlivesi e Federica Di Nardo porteranno anche il mondo delle tendenze di cucina e viaggi, gli ambiti di cui rispettivamente si occupano, all’interno della discussione.
“Quando mangiate il nostro cioccolato pensate agli agricoltori che vivono dall’altra parte del mondo”, questo il messaggio di un produttore della cooperativa Norandino a Palo Blanco Chulucanas in Perù il quale coltiva cacao biologico nel rispetto della biodiversità che viene venduto in Italia a marchio Alce Nero. Un messaggio che guiderà l’incontro di Milano per un dibattito con una prospettiva globale, in cui i contadini di America Latina, Asia e Africa rimarranno sempre e comunque al centro.
Il commercio equo vuole spezzare la catena dello sfruttamento: molti agricoltori vedono una grossa fetta dei propri guadagni finire nelle mani di intermediari, lavorano in condizioni pericolose per la propria salute, dovute ad esempio all’utilizzo di pesticidi e diserbanti nei campi, e assistono alla distruzione dei propri territori a causa della deforestazione e dell’impoverimento del suolo. L’obiettivo è accompagnarli in una trasformazione da soggetti vulnerabili a protagonisti della propria autosufficienza economica, non solo pagandoli un prezzo minimo equo per i frutti del loro lavoro, ma anche conferendo loro un premio da usare in progetti di sviluppo sociale.
I produttori hanno così accesso diretto ai mercati industrializzati e ricevono assistenza tecnica nell’adozione di pratiche a basso impatto ambientale come l’agricoltura biologica. Dal canto loro, si impegnano a gestire il premio del commercio equo attraverso cooperative democratiche e nell’interesse delle comunità, a rispettare i diritti dei lavoratori e a non utilizzare il lavoro minorile.
Quando compriamo qualcosa non decidiamo semplicemente che prodotto vogliamo, scegliamo se sostenere un sistema economico che produce tante cose o uno che genera benessere per le persone e per l’ambiente. All’incontro Una colazione giusta si parlerà di come il commercio equo può offrire un’alternativa valida perché produttori, aziende e consumatori possano fare questa scelta ogni giorno.
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