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Nel cuore dell’Irpinia si può tornare a viaggiare su carrozze storiche. Riapre l’Avellino-Rocchetta Sant’Antonio tra le musiche e gli eventi dello Sponz Festival di Vinicio Capossela, a cui partecipa anche Legambiente.
Oggi, e per tutta la settimana, le carrozze Centoporte di inizio Novecento e le Corbellino degli anni Cinquanta viaggiano su 40 dei 120 chilometri ripristinati della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, nel cuore dell’Irpinia, offrendo ai passeggeri il fascino di un viaggio nel tempo. La storica ferrovia rinasce, infatti, grazie a un giocoso assalto al treno organizzato nell’ambito dello Sponz Festival (22-28 agosto) ideato da Vinicio Capossela e a cui quest’anno partecipa anche Legambiente.
Quella di Capossela è una ricetta originale che mischia la magia delle radici a suggestioni musicali, cultura locale e visioni artistiche, architetture ferroviarie e paesaggi mozzafiato. A dimostrare che cultura, poesia e musica possono contribuire alla rinascita civile ed economica del territorio e tracciare una strada di riscatto per l’Italia delle aree interne oggi alla ricerca di modelli e strategie. E l’appuntamento rappresenta una grande occasione di rilancio per un territorio ancora segnato dal sisma degli anni Ottanta.
Chi tiene polvere, spara esorta quest’anno il titolo del festival che, dal suo esordio nel 2013, ha portato l’Irpinia alla ribalta e la musica sui binari deserti della tratta che da Avellino arriva in Puglia. Un detto dialettale che invita a dire la propria e a darsi da fare. E così ha fatto la rete di associazioni locali capitanata da In Locomotivi (che sabato 27 agosto si riunirà in una grande festa che ha già fatto a bordo il tutto esaurito) e supportata da tutte le maggiori associazioni nazionali raggruppate in Co.Mo.Do (la confederazione della Mobilità Dolce), il cui impegno, sommato a quello di Capossela, ha portato alla firma del protocollo di intesa tra Fondazione Fs, Rfi, Regione Campania e Mibact.
L’accordo inserisce a pieno titolo la tratta Avellino-Rocchetta nella rosa del progetto Binari senza tempo della neo Fondazione, che negli ultimi due anni ha recuperato 240 chilometri di linee storiche strappando all’oblio alcune tra le tratte più suggestive e panoramiche e che sta segnando un nuovo corso per le ferrovie minori per anni considerate alla stregua di rami secchi di un sistema dei trasporti completamente spostato su gomma e asfalto.
Legambiente, da tempo, segue questa partita, promuovendo insieme a tantissime realtà la Giornata delle ferrovie da non dimenticare, per chiedere la riattivazione dei 1.400 chilometri di ferrovie sospese che, come in Irpinia, aspettano di rivedere i treni. Per questo, volontari dell’associazione sono coinvolti nei giorni di festival nel centro di Calitri per dare man forte agli organizzatori e partecipare agli eventi collegati ai progetti di mobilità. Con l’intenzione, passato il festival, di alzare ancora tanta di polvere e farla alzare da tante altre persone percorrendo la zona a piedi, in treno e in bicicletta. Perché il futuro dell’Italia può non essere fatto solo di grandi centri urbani e di alta velocità.
Tra Avellino e la Puglia, dove il servizio ferroviario è stato sospeso per tagli nel 2010, oggi finalmente il ritorno del treno è reso possibile dalla congiuntura favorevole nata dall’incontro tra la stagione di rilancio delle ferrovie turistiche, i finanziamenti per i cammini storici e la rivoluzionaria politica di investimento sulle ciclovie. Nelle stesse aree, infatti, il lavoro del coordinamento dal basso dell’acquedotto pugliese e una grande mobilitazione web hanno convinto il ministero dei Trasporti a inserire il sud tra le quattro ciclovie da finanziare grazie allo stanziamento di 91 milioni di euro nella scorsa legge di stabilità che ha inaugurato un nuovo corso alle grandi opere di cui ha bisogno il Paese.
Inoltre, il ministro per i Beni e le attività culturali ha orientato 60 milioni del miliardo destinato al Piano strategico per il turismo e la cultura alla valorizzazione di alcuni cammini, tra cui proprio il tracciato dell’Appia Antica, la Regina Viarum che passa anche per un tratto in Irpinia, dando risorse oltre che enfasi con L’Anno dei Cammini d’Italia a questo patrimonio e dimostrando che esso rappresenta una componente dell’offerta culturale e turistica del paese.
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