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Dal “kart sharing” per chi ha problemi motori progettato da un’azienda italiana a una sedia a rotelle “senza sedia”: ecco i finalisti del concorso Mobility Unlimited Challenge finanziato dalla casa automobilistica giapponese.
Incentivare la ricerca tecnologica volta al miglioramento della mobilità delle persone con paralisi agli arti inferiori: questo l’obiettivo del Mobility Unlimited Challenge, il concorso che Toyota Foundation ha finanziato con il Nesta Challenge Prize Center e che ha visto la premiazione di cinque finalisti al Ces di Las Vegas lo scorso 7 gennaio.
Tra questi anche un’azienda italiana, la Italdesign di Torino, specializzata nello sviluppo di prototipi e nuovi veicoli. Il suo progetto vincente si chiama Moby ed è un veicolo che consente un servizio di sharing mobility in città per persone con problemi motori. Moby si presenta come una sorta di kart elettrico e semiautonomo su cui è possibile salire con la sedia a rotelle. Si noleggia con un’app che segnala il mezzo più comodo da raggiungere rispetto alla propria posizione e, terminato l’utilizzo, si restituisce nella postazione più vicina.
Moby ha ricevuto da Toyota 500 mila dollari per lo sviluppo del progetto che vorrebbe includere anche sistemi di assistenza alla guida che aiutano a evitare collisioni e a superare le barriere architettoniche, il tutto con l’obiettivo di rendere meno faticosi e più sicuri gli spostamenti in città per i disabili. Il vincitore della competizione, che sarà proclamato a Tokyo nel 2020 (quando si terranno le Olimpiadi e Paralimpiadi di cui Toyota è sponsor), riceverà invece un milione di dollari (4 in totale quelli messi a disposizione per il concorso dalla casa automobilistica giapponese da anni impegnata in prima persona nello sviluppo di veicoli e soluzioni per migliorare la vita delle persone attraverso la mobilità).
Gli altri progetti in gara sono il giapponese Qolo, un esoscheletro su due ruote che consente, a chi utilizza la sedia a rotelle, di spostarsi in piedi poiché sostiene tutto il corpo; Evowalk un dispositivo inventato negli Stati Uniti che si colloca intorno alla gamba e che attraverso dei sensori stimola la contrazione dei muscoli favorendo il movimento e la riabilitazione degli stessi; dalla Gran Bretagna, Al Phoenix, una sedia a rotelle ultraleggera in fibra di carbonio dotata di sensori intelligenti che si adattano ai movimenti della persona; infine Quix, che arriva dagli Stati Uniti, un esoscheletro robotizzato alimentato con motori per fianchi, ginocchia e caviglie, oltre a attuatori aggiuntivi che offrono a chi ha una paralisi degli arti inferiori una mobilità rapida, stabile e agile.
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