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Un esempio per l’intero settore moda, Fjällräven è un’azienda svedese di abbigliamento outdoor che ha fatto della sostenibilità il suo unico credo.
Diventato famoso soprattutto grazie all’enorme successo riscosso dal suo zaino Kånken, il primo al mondo con compensazione climatica, il marchio svedese Fjällräven è specializzato in accessori e abbigliamento outdoor durevoli e senza tempo. La sostenibilità è infatti l’elemento alla base di questa realtà che vanta collaborazioni con alcuni importanti movimenti ambientalisti e umanitari come Fair labor association, Global compact, Textile exchange e Sustainable apparel coalition con cui collabora per ridurre il proprio impatto ambientale oltre a salvaguardare i diritti degli animali e delle persone.
Come conferma anche Greenpeace, Fjällräven è uno dei pochi marchi di abbigliamento outdoor che applica le regole della sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva, da valle fino a monte: controlla la produzione, i fornitori da cui provengono le materie prime e la distribuzione che con l’intento di allungare il ciclo di vita del prodotto ha iniziato a fornire un servizio di riparazione e uno di raccolta degli abiti usati da riciclare per nuove creazioni.
Fjällräven non segue le mode ma la sostenibilità, realizzando prodotti che possano durare nel tempo senza perdere il loro appeal e la loro funzionalità. Punta alla creazione di abiti e accessori iconici che non passino mai di moda nemmeno per le generazioni future.
https://www.youtube.com/watch?v=5icQar2Ec80&t=99s
Grazie all’approccio filantropico che caratterizza la natura del brand, Fjällräven è coinvolto anche nella difesa dei diritti degli animali con la campagna Save the arctic fox lanciata per proteggere la volpe artica originaria dei paesi scandinavi che si sta estinguendo a causa dei cambiamenti climatici. In realtà, il marchio svedese lotta per il benessere di tutti gli animali e, in particolare, delle oche da cui provengono le piume utilizzate per la produzione dei propri giubbotti. Fjällräven è una delle poche compagnie che verifica la provenienza e i trattamenti a cui gli animali sono stati sottoposti, rifiutando pratiche come il mulesing (lo scuoiamento di animali vivi nella zona anale e perianale) e la spiumatura a vivo.
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Un’altra questione che sta molto a cuore all’azienda è quella delle sostanze chimiche dannose per l’ambiente e la salute delle persone. Fjällräven lavora per ridurne l’utilizzo già dal 2009 – ancora prima che Greenpeace lanciasse la campagna Panni sporchi nel 2011 – e oggi è riuscito a eliminarle completamente diventando uno dei pochi brand di abbigliamento outdoor che possiede intere collezioni libere da Pfc, cioè i perfluorurati, usati nel settore perché idrorepellenti. E grazie all’adozione dell’indice Higg fornito dal Sustainable apparel coalition mantiene costantemente monitorato l’impatto dei propri prodotti, delle proprie attività produttive e dei fornitori sull’ambiente, sulle persone e sul lavoro. Assicurando la massima trasparenza e onestà.
Il marchio svedese è nato negli anni Sessanta grazie ad Åke Nordin, scout, amante della natura e inventore di uno zaino rivoluzionario dalla struttura in legno che permetteva di distribuire meglio il carico sulla schiena durante le escursioni favorendo altrettanto la ventilazione tra schiena e zaino. Costituito da una struttura in alluminio a partire dagli anni Settanta, oggi il famoso zaino Kajka è tornato alle origini con un telaio completamente rinnovato e composto da betulla laminata in grado di ridurre le emissioni di CO2 del 90 per cento rispetto all’alluminio.
Fjällräven prende da sempre ispirazione dalla natura incontaminata della Lapponia svedese. E continua a farlo anche oggi con la consapevolezza di voler preservare il più possibile intatto questo territorio e i suoi abitanti.
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