
Sbarca sul mercato europeo il filetto di salmone vegano stampato in 3D: uguale nell’aspetto e nella consistenza al prodotto tradizionale, è realizzato con le proteine dei funghi.
Dalle tavole del Sud un ingrediente saporito, ricco di virtù e facile da usare in cucina. Scopri le cime di rapa.
Le cime di rapa derivano dalla rapa ma sono una varietà a sé, della quale si mangiano le foglie tenere e i fiori. Al gusto sono leggermente amarognole, un po’ piccanti.
Come molti dei piatti poveri della cucina popolare, le cime di rapa in realtà sono ricche di nutrienti: contengono moltissimo calcio (97 mg), vitamina C (110 mg., il doppio delle arance bionde), vitamina A (225 mcg), vitamina B2 (0,16 mg), fosforo (69 mg) e una quantità considerevole di proteine (2,9 g), il che conferma, ancora una volta, l’attendibilità delle intuizioni dei nostri nonni che le utilizzavano, in passato, come sostituto della carne. Sono ricchissime di antianemica clorofilla, stimolano l’appetito e disintossicano l’organismo.
Leggi anche: La ricetta dei fusilli al gorgonzola e cime di rapa
Il consumo di cime di rapa è consigliato per le donne in gravidanza: contengono molto folato, utile per prevenire la spina bifida nel bambino. Al Nord si producono a ottobre-novembre e poi ad aprile-maggio. Al Sud invece sono disponibili ininterrottamente da novembre ad aprile. Sono ortaggi che amano il freddo, dunque l’inverno è la stagione in cui le cime di rapa sono più buone.
Al momento dell’acquisto scegliamole con le foglie belle verdi, preferendo quelle con tanti fiori che non abbiano parti gialle. E consumiamole velocemente, prima che ingialliscano, perché anche se conservate in frigorifero hanno comunque durata brevissima. Per mantenerne intatto il colore verde intenso senza perdere preziosi nutrienti, è meglio lessarle in abbondante acqua, scolarle e passarle sotto un getto d’acqua fredda.
Tradizionalmente si preparano stufate con l’aglio e un bicchiere di vino o si fanno lessare con la pasta, come nel caso delle orecchiette alle cime di rapa pugliesi. In Puglia, le cime di rapa sono un piatto della tradizione carnevalesca: si fanno stufare con aglio e olio e si mangiano subito dopo il calzone, una sorta di focaccia ripiena di cipolla soffritta, e squanda, una ricotta locale molto piccante.
Chi ama l’amarognolo di questo ortaggio, può cuocere le cime con la sola acqua rimasta dal lavaggio e un pochino di sale. Chi invece vuole addolcirle un po’ è meglio che le lessi in abbondante acqua salata passandole, come detto, sotto un getto d’acqua fredda dopo averle scolate.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Sbarca sul mercato europeo il filetto di salmone vegano stampato in 3D: uguale nell’aspetto e nella consistenza al prodotto tradizionale, è realizzato con le proteine dei funghi.
Il 29 settembre è la Giornata della consapevolezza delle perdite e gli sprechi alimentari. Facciamo il punto sui numeri del fenomeno, sulle cause e sulle soluzioni antispreco. A partire dalla spesa.
Superfood di tendenza, secondo le previsioni l’avocado diventerà il frutto tropicale più commercializzato entro dieci anni. Ma dietro la sua produzione si celano deforestazione, perdita di biodiversità, criminalità e inquinamento.
I prati stabili sono superfici lasciate incolte ma fondamentali per il pascolo. Il loro numero sta diminuendo. Ecco di che cosa si è parlato a Cheese 2023.
I dati sul mercato del biologico esposti al Sana di Bologna raccontano di una ripresa dei consumi domestici e di italiani che vorrebbero essere più informati sul bio.
Secondo autorità ortodosse ebraiche ed esperti di sharia, la carne coltivata può essere kosher e halal se rispetta determinati criteri di produzione.
Quella della carne coltivata in laboratorio è una narrazione verde che sembra adattarsi perfettamente alla richiesta dei consumatori di cambiare le cose. Ma è una falsa soluzione. Ecco perché.
I cambiamenti climatici hanno effetti sulla produzione agricola, così al sud le coltivazioni tradizionali vengono sostituite da quelle di frutta tropicale.
Gli attivisti di Pan Uk spiegano come i pesticidi contribuiscono a causare i cambiamenti climatici e come l’aumento di temperatura richieda, a sua volta, un maggiore impiego di pesticidi.