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Anche questa è economia circolare. Anzi qui si va un passo avanti, perché da un rifiuto agro-industriale nasce un nuovo materiale. La plastica derivata dalla tequila, o meglio dalla pianta utilizzata per distillare il liquore messicano, l’agave, servirà per realizzare le componenti delle auto a marchio Ford. L’iniziativa vede entrambe le aziende d’Oltreoceano collaborare
Anche questa è economia circolare. Anzi qui si va un passo avanti, perché da un rifiuto agro-industriale nasce un nuovo materiale. La plastica derivata dalla tequila, o meglio dalla pianta utilizzata per distillare il liquore messicano, l’agave, servirà per realizzare le componenti delle auto a marchio Ford.
L’iniziativa vede entrambe le aziende d’Oltreoceano collaborare per sperimentare la produzione di un nuovo biomateriale, capace così di ridurre gli impieghi di plastica proveniente da fonti fossili. Non solo, utilizzare sottoprodotti dell’industria agro-alimentare permette di ridurre la produzione di rifiuti e di riutilizzare la biomassa in eccesso.
È dal 2000 che Ford lavora a nuovi materiali cosidetti biobased. Oggi sia all’interno che all’esterno delle auto dell’ovale blu vengono utilizzate almeno otto bioplastiche. Dalla soia, all’olio di ricino, dalla paglia di grano, alla fibra di kenaf, la cellulosa, il legno, la fibra di cocco e le bucce di riso. “Ci sono quasi 200 chilogrammi di plastica in una classica auto”, spiega Debbie Mielewski, del dipartimento di ricerca di Ford. “Il nostro compito è quello di trovare il posto giusto per questo composto ‘verde’ e ridurre il nostro impatto sul pianeta. È un lavoro del quale sono veramente orgogliosa, e che potrebbe avere ampio impatto in numerosi settori industriali”.
L’iniziativa rientra nella politica di sostenibilità del gruppo che produce tequila fin dal lontano 1795. Il ciclo di crescita della pianta di agave è un processo molto lungo, che dura almeno sette anni. Una volta raccolto, la polpa della pianta è tostata e da questa viene estratto il succo per la distillazione e la realizzazione della famosa bevanda messicana.
Fino ad oggi la Jose Cuervo utilizzava una parte delle fibre di agave per realizzare del compost, mentre con le fibre è possibile impastare della carta. Ora le fibre residue troveranno altro impiego.
“Jose Cuervo è orgogliosa di lavorare con Ford per sviluppare ulteriormente il nostro piano di sostenibilità”, sottolinea Sonia Espinola, direttore del patrimonio per la Fondazione Cuervo e maestra Tequilera. “Non avremmo mai potuto immaginare che le centinaia di piante di agave che stavamo coltivando come una piccola azienda familiare si sarebbero poi moltiplicarsi a milioni. Questa collaborazione porta due grandi aziende insieme per sviluppare materiali innovativi, a ridotto impatto ambientale”.
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