Editoriale

Alberi e forestazione urbana. Come le aree boschive migliorano le nostre città

La pandemia in atto ci ha insegnato il legame tra inquinamento e salute. Le parole del ministro dell’Ambiente sulla forestazione urbana per un futuro sostenibile.

Oggi siamo ormai tutti perfettamente consapevoli dei benefici sociali, ambientali, economici e sulla salute che la presenza del verde ha nelle nostre città. Puntare sul verde è un investimento sul futuro, ed è quello che questo governo sta facendo: nella legge Clima, approvata a fine 2019, è prevista infatti una norma importantissima a cui sono particolarmente legato, e che sono sicuro piace anche a ognuno di voi: la forestazione urbana. Ebbene, qualche giorno fa, proprio sulla forestazione urbana ho firmato il decreto attuativo, che stanzia 30 milioni di euro per due anni per progetti di piantumazione di verde nelle città.

ministro Costa parla di forestazione urbana
Sergio Costa, ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

Piantare alberi significa tutelare la biodiversità dei nostri territori, garantire la funzionalità degli ecosistemi, contrastare i cambiamenti climatici, migliorare la salute dei cittadini. Inoltre, gli alberi assorbono CO2, migliorando la qualità dell’aria, e danno un contributo fondamentale alle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Per tutte queste ragioni abbiamo voluto costruire la norma sulla forestazione urbana.

Il ministero dell’Ambiente ammetterà piani dettagliati di gestione che prevedano la piantumazione, la gestione e la manutenzione delle aree verdi realizzate, per almeno sette anni, e la sostituzione con nuovi alberi nel caso in cui non attecchiscano quelli piantati.

Il cammino per avere città più verdi, dunque, è iniziato, anche alla luce della Covid-19, che ci sta purtroppo dimostrando quanto sia evidente il legame tra la salute e l’ambiente in cui viviamo. La pandemia ci ha insegnato che non possiamo continuare con i vecchi stili di vita nemici dell’ambiente: il futuro non può non essere sostenibile e i comuni, i territori sono i veri hub della rivoluzione verde post-Covid.

Ogni realtà locale ha ora uno strumento in più per diventare artefice di un nuovo modo di concepire il mondo dell’urbanizzazione; abbiamo fatto una valutazione che ci dice che nel 2030, nel mondo, oltre il 60 per cento della popolazione vivrà nelle grandi città, e si arriverà probabilmente al 70-80 per cento nel 2050. Ciò significa che la vita urbana deve essere letta in modo diverso.

Forestazione vuol dire modificare in senso naturalistico il paesaggio delle nostre città, consentendo di avere un rapporto più orientato verso il naturalismo; da questa esigenza derivano anche gli incentivi alla mobilità alternativa, all’efficientamento energetico dell’edilizia privata. Tutti interventi attraverso i quali puntiamo anche a uscire dalle infrazioni sulla qualità dell’aria in alcune zone d’Italia costruendo, anche nel solco dell’Agenda 2030, un mondo nuovo che non potrà più prescindere dal sistema della tutela ambientale.

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