Cosa prevede il decreto Clima, approvato definitivamente dal Parlamento

Il Parlamento approva il decreto Clima. Contiene incentivi per le rottamazioni e fondi per corsie preferenziali, foreste urbane e bonifiche delle discariche abusive. Nasce il programma strategico nazionale contro la crisi climatica e il miglioramento della qualità dell’aria.

Per migliorare le condizioni di vita delle città italiane, stanno per arrivare incentivi per la rottamazione di automobili e scooter più inquinanti, nuove corsie preferenziali per i trasporti pubblici, il rafforzamento del trasporto scolastico con mezzi non inquinanti e nuove foreste urbane tramite un progetto di piantumazione di alberi. Sono questi i provvedimenti più significativi di quello che il governo ha chiamato decreto Clima, approvato dal Consiglio del ministri lo scorso 11 ottobre e diventato ufficialmente legge dello stato oggi, con l’approvazione finale della Camera dei deputati. Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ad ogni modo si tratta “del primo atto normativo del nuovo governo che inaugura il Green new deal”.

Tutte le novità del decreto

Tra le principali novità introdotte dal decreto Clima c’è il buono mobilità per le città e le aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria, per il quale vengono stanziati 255 milioni di euro (fino a 1.500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe Euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi). Inoltre sono istituiti un fondo di 40 milioni di euro per i comuni per la realizzazione o l’ammodernamento delle corsie preferenziali e un fondo di 20 milioni di euro per realizzare o implementare il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari e medie con mezzi ibridi, elettrici o non inferiori a Euro 6. Inoltre, 30 milioni di euro saranno destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane.

Il decreto clima prevede la creazione delle cosiddette foreste urbane, sull'esempio di quanto già fatto in alcune metropoli straniere. / Getty
Il decreto clima prevede la creazione delle cosiddette foreste urbane, sull’esempio di quanto già fatto in alcune metropoli straniere. / Getty

E ancora: saranno aumentati i poteri e le risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque, per risolvere il problema storico delle infrazioni ambientali; venti milioni saranno destinati ai commercianti (fino a cinquemila euro per ciascuno) per la realizzazione di un “green corner” per la vendita di prodotti sfusi. L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, realizzerà un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, per la trasparenza dei dati ambientali.

Una risposta alle critiche dei movimenti per il clima

Al Senato, nel suo primo passaggio parlamentare, il testo è stato poi corretto con un emendamento che stabilisce innanzitutto che il programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria, previsto dalla legge, sia approvato in coordinamento con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico. Viene inoltre istituito un tavolo permanente per l’emergenza climatica cui prenderanno parte il ministero dell’Ambiente e i ministeri delle Politiche agricole, dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, con la funzione di monitorare le azioni del Programma strategico nazionale.

Leggi anche: Rapporto Asvis 2019. L’Italia deve fare molto di più contro la crisi climatica, ma non è la sola

Si tratta di modifiche che vanno incontro alle richieste delle associazioni ambientaliste, che in un primo momento erano rimaste perplesse dal testo varato dal Cdm: Greenpeace aveva detto che “se il ministro Costa volesse davvero porre in essere azioni d’avanguardia dovrebbe seguire, ad esempio, quanto fatto dalla Svezia, che ha bloccato l’autorizzazione di un nuovo terminale a Goteborg per il gas naturale liquefatto – finanziato dalla Ue – sulla base di considerazioni climatiche, mentre “la politica energetica italiana invece vede ancora il gas naturale al centro del sistema”: considerazioni suffragate anche dal recentissimo rapporto dell’Asvis, che rileva come nell’ultimo quinquennio le emissioni di CO2 da parte delle imprese italiane siano tornate a crescere. Gli attivisti di Fridays for future Italia invece avevano lamentato proprio la mancanza nel testo “di un Comitato interministeriale sui cambiamenti climatici e di un Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) “verde” per ingenti investimenti pubblici.

Il ministro Costa, presentando il provvedimento, aveva spiegato che il decreto Clima dovrebbe essere solamente il primo passo dei Green new deal annunciato dal governo, che prevederà a breve altri interventi come la legge Salvamare, in discussione alla Camera, l’altro provvedimento denominato Cantiere ambiente all’esame del Senato, e incentivi in discussione nella legge di bilancio e nel suo collegato ambientale, che prevedono tra l’altro la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi.

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