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Nelle foto scattate durante le missioni Operation IceBridge della Nasa le prove tangibili dei cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici sono difficili da vedere, perché sono lenti – sebbene continui – e spesso privi di “effetti speciali”, fatta eccezione delle catastrofi naturali che oggi sono sempre più legate al riscaldamento globale. Un reportage fotografico della Nasa, e pubblicato dal National Geographic, ci mostra gli effetti del clima che cambia sui ghiacciai dell’Antartide, pubblicato poco prima dell’apertura della 22ma conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Cop 22) che si tiene in questi giorni a Marrakech, per discutere il futuro del clima a un anno dall’Accordo di Parigi.
Negli ultimi otto anni, la Nasa ha sorvolato i poli per raccogliere dati visivi sull’impatto dell’innalzamento delle temperature sui ghiacci. Le foto scattate dalla Nasa durante Operation IceBridge, una serie di missioni sopra i poli, parlano chiaro: i cambiamenti climatici sono reali e stanno avvenendo ora. La prova evidente è lo scioglimento dei ghiacci in Antartide.
In concomitanza con l’inizio della stagione primavera australe, il fotografo Mario Tama ha volato assieme alla Nasa, decollando da Punta Arenas, in Cile, e ha fotografato l’Antartide occidentale e la banchisa che la circonda.
Le foto non potevano essere più tempestive, visto che recentemente gli scienziati della Nasa e la University of California di Irvine hanno registrato il più veloce ritiro dei ghiacciai dell’Antartide mai registrato prima.
Uno studio pubblicato il 25 ottobre, sulla base dei dati raccolti dalla missione IceBridge, ha rilevato che l’elevata temperatura dell’acqua sta sciogliendo lo strato inferiore della banchisa. Ciò potrebbe causare la rottura dei ghiacciai con grandi quantità di ghiaccio riversate in mare.
Se tutto il ghiaccio sulla terra si sciogliesse il livello del mare si alzerebbe di oltre 65 metri. Gli scienziati stimano in 5mila anni il tempo necessario per il completo scioglimento della banchisa, anche se le stime sono ancora oggi oggetto dibattito. Il tasso di fusione, avvertono gli scienziati, dipende da quanto saremo in grado di contenere le emissioni di CO2 e l’innalzamento delle temperature.
Durante l’ultima glaciazione i ghiacciai avevano coperto il Nord America, un indice del fatto di come il clima possa cambiare nel corso del tempo e di come anche solo pochi gradi di temperatura possano fare un’enorme differenza.
“Con le mie fotografie ho documentato lo stato di questa parte del Pianeta che è estraneo alla maggior parte di noi”, ha spiegato Tama. “Spero che le mie fotografie possano in qualche modo sostenere il lavoro incredibilmente importante che gli scienziati stanno facendo. Queste persone sono gli eroi.”
Il lavoro di Operation IceBridge arriva in concomitanza della pubblicazione dell’Unep, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, che analizza tutti gli impegni presi dai firmatari sulla base dell’Accordo di Parigi. Secondo il rapporto, anche se tutti i Paesi rispettassero gli impegni assunti, l’aumento delle temperature globali potrebbe raggiungere i tre gradi centigradi, ben al di sopra del limite massimo di due gradi, obiettivo dell’accordo, per cercare di limitare i danni causati dai cambiamenti climatici.
“Se non iniziamo sin da ora a intraprendere ulteriori azioni, sconteremo le conseguenze di una tragedia evitabile”, ha detto al quotidiano britannico The Guardian Erik Solheim, capo dell’Unep. Tra le possibili conseguenze legate ai cambiamenti climatici: intere città inondate, acqua salata che inquina le falde acquifere, fenomeni climatici estremi, drammatiche ondate di calore. Uno scenario da film fantascientifico che potrebbe trasformarsi in realtà.
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