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Un tribunale francese ha annullato l’autorizzazione concessa a una multinazionale per costruire un immenso villaggio vacanze nel cuore della foresta.
I cittadini francesi che difendono la foresta di Chambarans, nella regione Rhône-Alpes, a circa cento chilometri da Lione, hanno incassano una nuova vittoria. Il tribunale amministrativo di Grenoble, competente territorialmente, ha annullato il 16 luglio una delle autorizzazioni concesse alla multinazionale Pierre et Vacances per la costruzione di un “Center Parcs”: un immenso villaggio turistico che prevede la costruzione di gigantesche piscine coperte riscaldate (definite per questo “bolle tropicali” dagli oppositori), con annessi mille cottage in grado di ospitare circa 6 mila persone. Il tutto in un paesino – Roybon – che ne conta meno di 1.300.
Per farlo, occorrerebbe abbattere più di cento ettari di foresta. Il che ha scatenato da anni la protesta dei cittadini: una parte di essi ha scelto la via del ricorso al tribunale, che ha portato alla recente decisione dei giudici; altri hanno preferito lottare occupando una casa abbandonata nei pressi del cantiere. Il sindaco di Roybon, Serge Perraud, aveva minacciato la loro espulsione in caso di sentenza favorevole al progetto. Ciò non è avvenuto, ma i ragazzi che dallo scorso novembre presidiano il bosco non si fidano: “Siamo contenti, ma finché non sapremo che il progetto è definitivamente abbandonato rimaniamo prudenti”, ha spiegato uno di loro parlando al quotidiano Libération.
Pierre et Vacances ha infatti annunciato un nuovo ricorso, che potrebbe essere depositato nei prossimi mesi. Nel frattempo, a dimostrazione del forte “appoggio” di cui l’azienda gode presso il mondo politico, il governo francese ha inserito nella legge che porta il nome del ministro dell’Economia Emmanuel Macron (all’articolo 29) il divieto di demolire una costruzione riconosciuta illegale da un tribunale amministrativo. Si tratta di una norma che gli ecologisti francesi hanno giudicato “un regalo” alla multinazionale del turismo: le demolizioni restano infatti consentite solamente in alcune aree, “e diventeranno impossibili in una gran parte del territorio francese, compresi parchi naturali regionali e nazionali”, aveva ammonito nel corso del dibattito al Senato il parlamentare dei Verdi Jean Desessard.
Proprio per questo la norma era stata cancellata inizialmente, ma il governo l’ha reinserita nell’ultima lettura, ponendo la fiducia sul provvedimento. Va detto che, per ora, l’azienda si è “limitata” ad abbattere una trentina di ettari di alberi. Ma se il nuovo ricorso fosse accolto e si cominciassero anche a costruire i primi edifici, in caso di nuovo stop essi risulterebbero protetti dalla legge. A differenza degli alberi.
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