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L’associazione L214 ha pubblicato due video che mostrano animali maltrattati, violenze gratuite e sevizie in due macelli nel sud della Francia.
Attenzione, immagini e video potrebbe urtare la tua sensibilità
Quelle che arrivano dalla Francia sono immagini agghiaccianti, la cui visione è consigliata ad un pubblico di soli adulti. Due video girati in due macelli nelle cittadine francesi di Alès e Vigan, nella regione Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées, mostrano trattamenti abominevoli riservati agli animali. Lasciati appesi vivi al soffitto, gettati con violenza contro paratie di metallo, sgozzati quando ancora coscienti, storditi per mezzo di scariche elettriche, asfissiati con biossido di carbonio.
I filmati (con sottotitoli in inglese) sono stati pubblicati dall’associazione L214, che “milita per la fine degli allevamenti e per la chiusura dei macelli”. La notizia è stata ripresa da tutti i media francesi. Il quotidiano transalpino 20 Minutes ha contattato il direttore del sito di Vigan che ha parlato di episodi “che non dovrebbero accadere” e di animali maltrattati a causa di “errori professionali”.
Mentre sul proprio sito web la struttura assicura però che “l’insieme del personale ha seguito di recente delle formazioni e ottenuto dei certificati che attestano competenze in tema di protezione e benessere degli animali”. L’azienda, tra l’altro, avrebbe dovuto essere biologica: “Conosciamo le grandi differenze esistenti tra le aziende biologiche e quelle standard ha precisato L214 -, e per questo immaginiamo che altri allevatori ‘bio’ siano scioccati da queste immagini”.
Lo scandalo in Francia era finito su tutti i giornali già nel mese di ottobre, quando la stessa associazione aveva mostrato un primo filmato, girato all’interno del sito di Alès. Anche in questo caso è difficile tradurre in parole ciò che viene mostrato nelle immagini.
Sulla vicenda, riferisce il quotidiano Le Monde, era intervenuto anche il sindaco della città, Max Roustan, che si era detto “colpito dalle immagini” e aveva ordinato “la chiusura immediata, a titolo precauzionale, del macello, nonché l’apertura di un’inchiesta amministrativa”. Lo stop è però durato solo qualche settimana: alla metà di dicembre, infatti, la struttura ha potuto riaprire le porte, per una fase di “test di funzionamento”, effettuata sotto il controllo delle autorità”, in vista di una ripresa a pieno regime. L214, però, ha chiesto di poter visitare l’azienda, “al fine di poter verificare in modo trasparente che siano stati effettivamente adottati dei reali cambiamenti”.
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