
Il nuovo presidente della Corea del Sud ha annunciato la volontà di abbandonare il nucleare e il carbone, puntando sulle fonti rinnovabili.
Dal reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima, misurate radiazioni definite “inimmaginabili”. Ora bonificare il reattore diventa un’impresa.
530 sievert l’ora. È il livello di radiazioni misurate all’interno del reattore 2 della centrale nucleare di Fukushima. Una misura letale per l’uomo anche per un’esposizione di pochi minuti. Lo fa sapere la Tepco (Tokyo electric power), che ha rilevato le misurazioni durante le operazioni di recupero del combustibile nucleare all’interno del reattore. I tecnici hanno inoltre reso noto che esiste una falla rinvenuta sul contenitore a pressione del reattore, probabilmente dovuto alla fuoriuscita del combustibile.
Un valore che gli stessi tecnici della Tepco hanno definito “inimmaginabili”. Le ultime rilevazioni infatti si attestavano intorno ai 73 sievert l’ora. Essere esposti a valori di 1 sievert può causare impotenza, perdita dei capelli, problemi alla vista. A 2 può essere fatale.
A questi livelli neppure i robot potrebbero resistere più di qualche ora, fanno sapere sempre dal sito giapponese. Da sottolineare come il 27 marzo 2011, giorno dell’incidente alla centrale nucleare, si registrarono 6,9 millisievert a 75 chilometri dall’impianto, dose oraria massima registrata. Il limite orario massimo imposto dall’Epa (Agenzia americana per la protezione dell’ambiente) è oggi di 250 µSv (microsievert, ovvero o,250 millisievert).
Non si tratta del primo grave incidente occorso alla centrale, dopo lo tsunami. Il 20 febbraio 2014 da uno dei serbatoi della centrale nucleare fuoriuscirono almeno 100 tonnellate d’acqua radioattiva. Ulteriore dimostrazione delle difficoltà che la Tepco si trova ad affrontare nella complicata operazione di bonifica e messa in sicurezza dell’impianto.
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