Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
I gay rischiano l’ergastolo in Uganda
Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato il 24 febbraio la legge sul reato di omosessualità aggravata che prevede l’ergastolo per i gay e le lesbiche considerati recidivi e che vieta la promozione dei loro diritti o qualsiasi altra forma di sostegno. La legge era stata precedentemente approvata dal parlamento ugandese il 20 dicembre
Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato il 24 febbraio la legge sul reato di omosessualità aggravata che prevede l’ergastolo per i gay e le lesbiche considerati recidivi e che vieta la promozione dei loro diritti o qualsiasi altra forma di sostegno.
La legge era stata precedentemente approvata dal parlamento ugandese il 20 dicembre 2013 dopo aver subito diverse modifiche. Inizialmente, infatti, la proposta presentata per la prima volta nel 2009 prevedeva addirittura la pena di morte, mentre ora la pena massima è il carcere a vita.
L’omosessualità in Uganda, come in altri 36 stati africani, era già un reato prima dell’approvazione di questa legge. Adesso è obbligatorio persino denunciare le persone omosessuali.
Il presidente Museveni ha detto che la legge si è resa necessaria per porre un freno all’Occidente che vuole imporre i suoi valori sociali e promuovere l’omosessualità in Africa. Cristiano evangelico, all’inizio Museveni aveva criticato il presidente del parlamento ugandese per aver consentito l’approvazione della legge durante una sessione in cui non era presente il numero legale di deputati e a gennaio aveva anche detto che i gay sono malati ma non meritano di essere perseguitati.
Il cambio di posizione del presidente è arrivato dopo la pubblicazione del rapporto commissionato ad alcuni esperti del ministero della Salute ugandese. I medici hanno stabilito che l’omosessualità “non è una malattia, ma soltanto un comportamento anormale che può essere appreso tramite l’esperienza”. Così Museveni ha deciso di promulgare la legge, molto popolare tra l’opinione pubblica.
NTV Kenya: Do you support President Museveni’s decision to sign the anti-homosexuality bill? Yes: 96% No: 4%
— State House Uganda (@StateHouseUg) 25 Febbraio 2014
Dopo la firma del presidente ugandese, gli Stati Uniti hanno dichiarato la volontà di rivedere le relazioni il governo di Kampala, in linea con le politiche contro la discriminazione e in favore dei valori americani. La Germania, preoccupata per i risvolti futuri, aveva tagliato gli aiuti al paese africano già in seguito all’approvazione della legge da parte del parlamento ugandese.
Per capire in che clima vive oggi un omosessuale in Uganda, basta leggere il titolo con è uscito il quotidiano Red Pepper il giorno dopo la firma di Museveni: “Exposed!”, scoperti. Il quotidiano ha anche pubblicato una lista di 200 persone che secondo il giornale sarebbero omosessuali ma non avrebbero il coraggio di dichiararlo.
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