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Il 31 marzo si tiene a Roma un convegno sulla geotermia dal titolo Speciale geotermia. Il futuro a emissioni zero è già qui. L’intento dovrebbe essere quello di mettere a confronto attivisti per l’ambiente, imprenditori e politici su un argomento che riguarda il futuro di tutti: come fornire energia al nostro paese in modo sostenibile.
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Un tema complicato quello della geotermia perché, se da un lato è una fonte energetica pulita perché sfrutta il calore naturale della Terra senza produrre emissioni di CO2, dall’altro può avere un impatto negativo sul paesaggio e sull’economia del territorio che circonda la centrale, se di grandi dimensioni.
Per questo la rete No geotermia elettrica speculativa e inquinante (Nogesi) che raggruppa la gran parte dei comitati contro la geotermia, come il Comitato difensori della Toscana, fatti di cittadini che si battono per tutelare il suolo e il paesaggio hanno sollevato dubbi sul tipo di dibattito che potrà emergere da un convegno che, finora, non prevede la presenza di associazioni e comitati di cittadini o scienziati contrari ad alcune tecnologie geotermiche che potrebbero essere sviluppati sui loro territori, dall’Umbria alla Toscana.
Nella lettera firmata da Vittorio Fagioli, portavoce della rete Nogesi, si legge che “le cittadinanze e le amministrazioni comunali delle zone coinvolte dai progetti geotermici per produzione di energia elettrica sono tutte motivatamente contrarie a tali progetti. Ma né loro, né i loro amministratori, né i loro scienziati di riferimento sono stati invitati ad esprimere il loro parere in questo forum”.
Si tratta di uno schiaffo morale ai cittadini che non sono stati invitati, conclude Fagioli, nonostante le preoccupazioni sollevate in merito ai progetti e le richieste di essere ascoltati più volte avanzate a coloro che hanno il potere di decidere.
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