“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.
Un angolo di Toscana da tutelare, in un video: Casole d’Elsa e Radicondoli
Casole d’Elsa e Radicondoli, il video su questo angolo di Toscana da tutelare mostra la bellezza del territorio e spiega perché è importante progetterlo.
Casole d’Elsa è un piccolo comune, nonché un tesoro agricolo e turistico, in provincia di Siena, in Toscana. Insieme al territorio circostante e ad altri paesi, in particolare i comuni di Colle di Val d’Elsa, Radicondoli, Volterra, Castelnuovo Val di Cecina e San Gimignano, è minacciata dall’uomo. Queste campagne toscane (per un totale di 21.265 ettari) rischiano di essere deturpate e cambiate per sempre, a causa del progetto Mensano della compagnia Magma Energy Italia il cui obiettivo è la costruzione di pozzi e di centrali geotermiche di dimensioni industriali.
Per tutelare questo territorio, numerosi comitati locali si sono attivati e, insieme alle associazioni di settore come Wwf e Fai, hanno organizzato iniziative, petizioni e pareri contro la realizzazione dei pozzi, fino a presentare la richiesta formale di attivazione della Procedura di dichiarazione di notevole interesse pubblico del paesaggio, in attesa ancora di una risposta.
Il video su Casole d’Elsa e Radicondoli
Tra le associazioni locali c’è il Comitato difensori della Toscana che ha di recente realizzato un video per sottolineare la bellezza e unicità di questi territori, principalmente improntati su agricoltura e turismo, e per chiederne la tutela.
“Un territorio modellato e costruito dall’uomo nei secoli è attualmente un’opera d’arte. Abbiamo il dovere di mantenerlo e tutelarlo come ogni altra opera d’arte”, si legge nella descrizione del video. Secondo il comitato la Regione Toscana dal 2008 ad oggi continua “a temporeggiare sulla concessione dei vincoli”. Poi arriva “il colpo di scena”: il 15 Maggio 2017 la Regione Toscana pubblica le linee guida che tutti i comuni dovranno utilizzare per indicare alla regione le aree ritenute non idonee alla geotermia industriale. “Fra gli strumenti tecnici da utilizzare ci sono proprio i vincoli paesaggistici: vale a dire che le aree a vincolo paesaggistico possono essere considerate non idonee allo sfruttamento geotermico”, si legge nel comunicato. Ma, per Casole, nulla si è mosso e la commissione paesaggio alla Regione non si è più riunita per esaminare la pratica dal 29 settembre 2015.
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